martedì 30 agosto 2022
Da Palermo l'allarme del Centro Padre Nostro: rischiamo la chiusura. Un problema che riguarda in tutta Italia parrocchie e associazioni di volontariato
Il Centro Padre Nostro fondato a Palermo da padre Pino Puglisi

Il Centro Padre Nostro fondato a Palermo da padre Pino Puglisi - Avvenire

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Il “caro bollette” sta mettendo in ginocchio anche parrocchie e associazioni. Sono molte le voci che si levano per denunciare la corsa inarrestabile del costo dell’elettricità e del gas che può far calare il sipario su realtà del territorio che si spendono per gli ultimi. «Il caro energia rischia di portarci al “caro estinto”», dicono con amaro sarcasmo dal Centro Padre Nostro, il presidio di riscatto sociale fondato a Palermo dal beato Pino Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia. «Se entro la fine di settembre il Governo non troverà una soluzione anche per gli enti del Terzo Settore e per il mondo delle onlus - spiega il presidente Maurizio Artale - la nostra struttura si troverà a dover chiudere le numerose sedi nel capoluogo siciliano con la conseguenza del licenziamento di 13 dipendenti e con l’aggravio che il Centro non potrà più essere accanto alle fasce più deboli».

Il polo voluto dal “prete del sorriso” che con il Vangelo aveva fatto tremare Cosa Nostra assiste oggi circa 600 famiglie per i loro bisogni primari oltre ad offrire molti servizi di promozione umana: dall’attenzione ai detenuti in esecuzione penale all’assistenza degli anziani, dal sostegno scolastico per i ragazzi delle scuole elementari, medie e superiori all’accoglienza di donne e bambini vittime di abusi e maltrattamenti, dal supporto psicologico ai percorsi formativi e vocazionali per volontari, operatori ed adolescenti. «Non è certo una novità che le grandi e piccole crisi economiche colpiscano sempre i più fragili», sottolinea Artale dal quartier generale del Centro che si trova nel cuore di Brancaccio, il quartiere che è stato un fortino della malavita e che, anche grazie al lascito di padre Puglisi, prova a uscire dall’illegalità e dal degrado. Una rivoluzione sociale nata dal coraggio del prete assassinato proprio a Brancaccio il 15 settembre 1993. Ecco perché l’anniversario del suo martirio, ormai alle porte, verrà vissuto con particolare preoccupazione da chi sta portando avanti le sue intuizioni. Così anche il Centro Padre Nostro ha voluto pubblicare le bollette di luglio. «Queste ammontano a 6.823,24 euro, a fronte di un importo di 3.640,86 euro del mese di giugno - dice il presidente -. Considerato che a luglio 2021 l’importo era di 1.706,41 euro, c’è stato un rincaro del 300%. A tutto ciò vanno aggiunte le bollette del gas e dell’acqua. Se un ente come il nostro chiuderà, il danno sarà duplice: la perdita occupazionale e l’aumento della disperazione dei poveri».

Anche nelle comunità parrocchiali l’impennata delle spese ha già fatto suonare il campanello d’allarme. Lo racconta, ad esempio, don Francesco Riccio, che guida la parrocchia di San Pio X a Giugliano in Campania. «Sono andato alla posta con in mano la bolletta di luglio: 1.022,74 euro da pagare, solo in questo mese», scrive su Facebook dove ha diffuso online anche la fattura stellare. Il sacerdote si era rivolto al call center della società elettrica, in questo caso l’Enel, per presentare le difficoltà della parrocchia. «Mi hanno attaccato il telefono in faccia», spiega. E lancia un appello: «Allora non mi resta che rivolgermi a voi carissimi cultori del motto “In chiesa non si paga”… Però accendimi i condizionatori perché fa caldo, le stufe perché fa freddo, tieni aperta la chiesa tutto il giorno, fammi i documenti etc... Qualcuno di voi dovrebbe chiamare il numero verde per dirgli che se in chiesa non si paga, come si fa poi a pagare le bollette super onerose?».

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