martedì 16 giugno 2009
Ieri l'incontro delle delegazioni regionali per lavorare insieme, Don Nozza: la popolazione deve tornare ad essere protagonista della sua rinascita e noi li aiuteremo.
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Dopo aver conosciuto il territorio, in­contrato i parroci, ora è iniziata la fa­se più difficile: affiancarsi alla comu­nità locale per ricominciare. Per farlo le de­legazioni regionali Caritas presenti a L’A­quila si sono incontrate ieri per la prima vol­ta per integrarsi e lavorare insieme; con lo­ro anche don Vincenzo Nozza, direttore na­zionale Caritas Italiana. « La riunione degli operatori permanenti – ha spiegato – serve per iniziare la fase di affiancamento, conso­lidamento e sviluppo delle realtà locali pre­senti prima del terremoto. La popolazione deve tornare ad essere protagonista della lo­ro rinascita e noi li aiuteremo, ma non vo­gliamo sostituirci a nessuno». Il compito del­la Caritas in Abruzzo, infatti, è quello di es­sere al servizio della popolazione, rispon­dendo alle loro necessità, e quello di essere al servizio della Chiesa locale. «La gente ha dei bisogni strutturali, delle necessità per riattivare i servizi e rendere attiva la loro vi­ta – ha proseguito il sacerdote – noi siamo qui per questo, ma ci affiancheremo a chi lavora su questo territorio da tempo perché così quando le delegazioni lasceranno l’A­bruzzo, tutto funzionerà al meglio » . L’incontro nel centro coordinamento di Pet­tino ha anche avuto lo scopo di favorire u­na conoscenza reciproca tra gli operatori che rappresentano le figure di riferimento sul territorio per l’attuazione dei gemellag­gi, almeno fino al 31 dicembre del 2009. « So­no queste figure operative, ormai sul cam­po da settimane – ha continuato Nozza – che dovranno cooperare e integrarsi seguendo linee di azione comuni » . Il lavoro all’uniso­no è infatti il vero valore aggiunto di un in­tervento efficace e duraturo; co­sì come il coordinamento per i progetti di gemellaggio, anima­zione previsti per tutta l’estate nelle tendopoli. « Grazie all’aiuto dell’Azione Cattolica, delle Acli, della Pastorale giovanile – ha concluso Nozza – organizzeremo un piano a lungo termine di so­stegno nei campi per i ragazzi e gli anziani; soprattutto faremo in modo che ogni tendopoli sia raggiunta » . Accanto all’aiuto della Caritas, inoltre, na­scono come funghi i gemellaggi tra le regio­ni e le iniziative di adozione di scuole e mo­numenti da ricostruire qui a L’Aquila. Dopo la provincia di Trento che ha quasi ultima­to trecento casette in legno nella zona di Pa­ganica e Villa S. Angelo, l’epicentro del si­sma; ieri è stata la volta del Trentino, del Friuli e della Valle D’Aosta. I trentini infatti ricostruiranno ad Onna le abitazioni per gli sfollati con l’aiuto della Croce Rossa Italiana. Il progetto, del valo­re complessivo di cinque milioni di euro, dovrebbe rispondere all’esigenza di dare u­na casa ai terremotati più colpiti in tempi rapidissimi, assicurano i promotori. Ma an­che il Friuli ha voluto portare il suo contri­buto, costruendo un villaggio in legno nel comune di Fossa e devolvendo per il post terremoto due milioni di euro. « Abbiamo voluto portare – ha detto il presidente del­la Regione Friuli, Renzo Tondo – il nostro passato. Siamo stati vicini all’Aquila nella fase dell’emergenza e vogliamo esserlo an­cora di più in quella della ricostruzione. Speriamo che il nostro know- how possa es­servi utile, perché prima di voi abbiamo af­frontato il problema» . Al fiume di solida­rietà per l’Abruzzo, inoltre, si è aggiunta an­che la Valle D’Aosta, con una delegazione che ieri ha voluto consegnare alle autorità locali dei fondi raccolti per i terremotati. Ma non si ferma qui la mano tesa dell’Ita­lia intera alla terra abruzzese ferita. Oggi sarà la volta della Lombardia. Il presidente della regione Roberto Formigoni infatti fir­merà un protocollo di intera con l’Abruzzo per la ricostruzione della Casa dello Stu­dente.
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