giovedì 18 giugno 2009
Anche Napolitano lancia l'allarme. Fra poche settimane sarà superato il livello di tollerabilità.Nel giorno della Festa della polizia penitenziaria, il capo dello Stato ringrazia gli agenti.
COMMENTA E CONDIVIDI
Il sovraffollamento nelle carceri è a un soffio dal livello di guardia. L’ingres­so di soli altri 218 detenuti farà supe­rare formalmente il limite di tollerabilità. Nel giorno della Festa della polizia peni­tenziaria, il ministro di Grazia e giustizia Alfano conferma la diagnosi del presi­dente della Repubblica: Napolitano elo­gia il lavoro degli agenti «reso ancor più problematico dal contesto dal fenomeno del sovraffollamento». Il Guardasigilli spiega che - dati aggiornati a due giorni fa - sono 63.350 i detenuti nelle 206 car­ceri italiane. A fronte di una teorica ca­pienza regolamentare di 43.262 posti, manca pochissimo al livello di guardia di 63.568. Alfano assicura che il governo sta correndo ai ripari con un piano per rea­lizzare 48 nuovi padiglioni e 24 peniten­ziari. Il Capo del Dap Ionta parla di «mas­sima allerta » , aggiungendo che anche l’organico della polizia penitenziaria è sotto di 5 mila posti. L’allarme arriva alle celebrazioni per il 192° anniversario di fondazione del cor­po. Questione di settimane, insomma, e nelle carceri scatterà il «tutto esaurito». Nel suo messaggio alla festa del 'baschi azzurri' il Capo dello Stato ha parole di gratitudine per il servizio prezioso e dif­ficile degli agenti che lavorano nel siste­ma penitenziario. Lavoro ancora più complesso, sottolinea Napolitano, per il numero eccessivo di detenuti. Il ministro Angelino Alfano intervenendo alla festa non può che confer­mare. «Siamo su li­velli di allarme per i quali è prevedibile, anche per l’appros­simarsi del periodo estivo, un ulteriore incremento della popolazione carce­raria » . Il 40% della popolazione carce­raria, aggiunge Alfano, è costituito da de­tenuti stranieri. Il Guardasigilli ha però pronta la solu­zione: il piano per la realizzazione di nuo­ve carceri, messo a punto dal capo del Dap, il dipartimento amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, che è anche commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria. Il piano «sarà sottoposto a breve all’attenzione del presidente del Consiglio e del Consiglio dei ministri». Il progetto prevede la « realizzazione in tempi ragionevolmente brevi» di 48 nuo­vi padiglioni che amplieranno le carceri già esistenti. Più 24 nuove case circon­dariali «per le quali si ricorrerà anche al contributo essenziale delle imprese pri­vate ». Tempi? Fine 2012, per complessi­vi 17.891 nuovi posti. Altre vie non ci so­no, dice il ministro. Indulti, nemmeno a parlarne: «Nessuno è legittimato a illu­dersi – precisa Alfano – che la soluzione assomigli agli inutili perdonismi del pas­sato che non hanno avuto effetti stabili e duraturi». Provvedimento firmato dal­l’allora guardasigilli Clemente Mastella, che come è noto passò anche con i voti di Forza Italia. A proposito dell’alto numero di immi­grati in carcere, Alfano dice che grazie a­gli accordi bilaterali con molti paesi l’I­talia ha avviato una strategia per «otte­nere che i detenuti stranieri condannati a pene detentive brevi» possano scon­tarle in Patria. Gli accordi coi paesi del Mediterraneo, come la Libia, stanno ri­ducendo il numero degli indagati per rea­ti connessi alla presenza clandestina. Il guardasigilli Alfano poi annuncia che chiederà all’esecutivo «un reclutamento straordinario» di agenti di polizia peni­tenziaria « proporzionato alle esigenze che inevitabilmente si determineranno a seguito dell’incremento delle strutture carcerarie». Il capo del Dap Ion­ta conferma ogni parola. « Le difficili condizioni che il si­stema penitenziario sta vivendo a causa del sovraffollamen­to » impongono la « massima allerta » perché verrà supe­rata «presto la soglia massima di tollerabilità di presenze». Se i detenuti crescono, gli agenti peniten­ziari sono sempre gli stessi. Cioé pochi: 40.334 su un organico previsto di 45.109. Gli effetti dell’indulto, dice Ionta, «sono ormai superati dalla vertiginosa impen­nata degli ingressi». In attesa di nuovi car­ceri Ionta sollecita un maggiore ricorso alle misure alternative al carcere: «La cer­tezza della pena è un principio indiscu­tibile – dice il capo del Dap – ma una pe­na flessibile sostiene il cambiamento del­la persona condannata che, se adegua­tamente accompagnata nel percorso di reinserimento sociale, abbassa il livello di recidiva». Oltre, ovviamente, ad essere «un valido strumento deflattivo delle pre­senze nelle carceri, con ricadute positi­ve sui livelli di vivibilità». Perché, con­clude Ionta, «non basta ampliare i posti letto per i detenuti perché la detenzione sia ritenuta in linea con i principi costi­tuzionali del rispetto della dignità del­l’uomo ».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: