giovedì 30 luglio 2009
Il piano-Ionta, che prevede la realizzazione di nuovi penitenziari, non soddisfa gli addetti ai lavori. Si al rimpatrio degli stranieri.
  • INTERVISTE: Treu e Toccafondi
  • L'INCHIESTA: Sovraffollamento. E tra i detenuti è allarme suicidi
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    I numeri dicono tutto quel che c’è da dire. In questo preciso i­stante sono in carcere quasi 64mila detenuti. Non solo è stata sfo­rata la capienza regolamentare (po­co più di 43mila posti-letto), ma an­che - seppur di poche unità - quella “tollerabile”, che indica il punto di massimo stress a cui possono esse­re sottoposte persone e strutture. Come se non bastasse, la situazione peggiorerà entro la fine dell’anno, quando si prevede di sfondare la so­glia dei 70mila. Addirittura, in as­senza di interventi immediati e or­ganici, si stima, in tre anni, un salto verso le 150-200mi­la unità. Dati a dir poco preoccupanti, che Avvenire forni­sce da giorni. Ieri so­no stati rilanciati in un’unanime grido d’allarme da penali­sti, sindacati e asso­ciazioni umanitarie. Fianco a fianco, a palazzo Grazioli, si sono seduti l’Unio­ne camere penali, Sappe e Andap in rappresentanza di chi lavora nei penitenziari, l’asso­ciazione Antigone e il Garante dei detenuti del Lazio a esprimere le e­sigenze di chi sta in cella. Insieme, hanno deciso che è arriva­to il momento di fare pressing sul governo: «Così non si può andare a­vanti. Vogliamo incontrare il mini­stro Alfano subito». In tasca hanno una lunga lista di proposte, anch’es­se anticipate in più battute su que­sto giornale: tra tutte, si chiede di «riaprire il dibattito» sulle misure al­ternative alla detenzione (su cui c’è stata una stretta nel 2008, dicono i penalisti) e di limitare l’uso della cu­stodia cautelare in carcere (oggi - so­no ancora gli avvocati a parlare - le persone in attesa di giudizio sono più delle metà dei carcerati). Il pia­no- Ionta, invece, che prevede la rea­lizzazione di nuovi edifici e amplia­menti a quelli esistenti, non soddi­sfa gli addetti ai lavori: arriverà trop­po tardi, dicono, mentre gli inter­venti servono subito. Inoltre, le or­ganizzazioni si chiedono perché non abbia ancora fatto il suo ingresso in Consiglio dei ministri. Convincono di più le aperture dell’esecutivo sui rimpatri dei carcerati stranieri, una eventuale stretta sulle espulsioni dei condannati e le proposte della con­sulta Giustizia del Pdl (in particola­re l’utilizzo di militari per la sorve­glianza esterna). «La situazione è inaccettabile, dram­matica, e non è governata dalla po- litica», attacca Roberto D’Errico, re­sponsabile dell’osservatorio sul car­cere dei penalisti. Gli avvocati ne hanno per tutti: «L’opposizione è si­lenziosa e per certi versi complice. La magistratura si adagia. Dobbiamo protestare». I penalisti ricordano an­che recenti condanne a Strasburgo per le condizioni detentive, e criti­cano le norme sulla sicurezza e sui clandestini, che aumenterebbero la carcerizzazione. Le proiezioni per il futuro (70mila detenuti per il 2009, sino a 200mila per il 2012) le forni­sce invece Donato Capece, segreta­rio generale del Sappe, il sindacato delle guardie penitenziarie. A fron­te di questa escala­tion, ricorda, «ab­biamo 5.500 uomini in meno rispetto al 2001». Non è un ca­so che il comunica­to congiunto delle associazioni con­tenga, tra le propo­ste, anche «l’au­mento di organico» della polizia carce­raria. Una misura ancora più necessa­ria, dicono le guar­die, se davvero il go­verno si metterà a costruire altri pa­diglioni e istituti. Il più netto sulla “via edile” scelta dall’esecutivo è Pa­trizio Gonnella, leader di Antigone: «È un bluff. Creiamo piuttosto liste per l’ingresso nei penitenziari». Al­tra proposta è quella di assumere nuovo personale educativo, «neces­sario per il recupero del detenuto». Intanto, anche ieri segnalate ag­gressioni e liti nei penitenziari di Be­nevento, Torino e Lecce. Il sovraffollamento negli istituti di pena ha raggiunto cifre da record: al 20 luglio i detenuti presenti erano 63.661 a fronte di una capienza regolamentare di 43mila posti e di una capienza “tollerabile” di 64.111 unità.
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