giovedì 17 maggio 2012
​Nel "tesoro", 15 mila monete in argento e bronzo di epoca magno greca, romana e bizantina; 10 metal detector, 1.200 reperti archeologici consistenti in vasi, ceramiche, fibule, anelli, bottoni pesi da telaio e monili in ceramica; 42 reperti di natura paleontologica.
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I Carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Cosenza hanno recuperato, in diverse regioni d'Italia, oltre 17.000 reperti archeologici illegalmente detenuti. Le indagini sono state coordinate dal Procuratore della Repubblica di Crotone, Raffaele Mazzotta e dal Sostituto Procuratore della Repubblica, Ivan Barlafante. Le investigazioni hanno preso spunto dall'individuazione di un personaggio della provincia di Crotone, abitualmente dedito all'illecita ricerca sul territorio calabrese ed alla commercializzazione di beni di natura archeologica mediante l'aggiudicazione di aste ed inserzioni online.I successivi approfondimenti investigativi hanno consentito di ricostruire la consistenza dell'intero traffico illecito degli ultimi anni e di identificare gli operatori del mercato clandestino di riferimento. Sono stati quindi avviati accertamenti finalizzati a stabilire la provenienza dei beni archeologici commercializzati e la lecita detenzione da parte degli indagati. Accertata la presunta illigittimità dell'attività posta in essere dalle persone coinvolte è stata avanzata richiesta di perquisizione e sequestro alla competente Procura della Repubblica di Crotone. L'indagine che è stata condotta in varie fasi e località del territorio nazionale ha portato alla denuncia di 70 persone per reati che vanno dalla ricettazione alle violazioni al testo unico sui beni culturali nonché al sequestro di 16.344 reperti archeologici tra cui oltre 15.000 monete in argento e bronzo di epoca magno greca, romana e bizantina; 10 metal detector; 1.200 reperti archeologici, consistenti in vasi ceramici, fibule, anelli, bottoni, pesi da telaio e monili in ceramica; 42 reperti di natura paleontologica.Gli accertamenti tecnici ed investigativi hanno consentito di riscontrare l'originalità e l'importanza storico-scientifica dei reperti, oltre che la loro provenienza dai siti archeologici calabresi. Completati gli esami di rito, i reperti archeologici saranno, al più presto, messi a disposizione delle competenti Soprintendenze Archeologiche per consentirne la fruibilità pubblica e perche si proceda agli opportuni approfondimenti scientifici.I risultati dell'indagine sono stati presentati questa mattina al museo archeologico di Capocolonna dal Procuratore della Repubblica di Crotone, Raffaele Mazzotta, alla presenza del comandante del Nuclo TPC dei Carabinieri di Cosenza, Raffaele Giovinazzo, della Soprintendente archeologica Simonetta Bonomi e del comandante della Compagnia di Crotone, capitano Antonio Mancini. Protagonisti di questo mercato di reperti archeologici erano tre persone del crotonese alle quali nella mattinata del 17 maggio sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini. Si tratta di Salvatore Luigi Gualtieri,  24 anni, del padre Raffaele Gualtieri, 49 anni (entrambi di Isola Capo Rizzuto) e di Mario Arcuri, 32 anni di Crotone. I tre, che sono indagati per il reato di ricettazione, attraverso la loro attività illecita di scavo nei siti archeologici  (altro reato contestato insieme al possesso e mancata denuncia di beni di proprietà dello Stato) avevano creato tramite il gestore di aste on line "Ebay" una sorta di mercato aercheologico nel quale si vendeva di tutto: dalle fibule alle spille, alle monete, ai vasi di epoca magno greca. I carabinieri del Nucleo tutela del Patrimonio artistico, guidati dal capitano Raffaele Giovinazzo, hanno iniziato ad indagare nel 2009 dopo aver avuto diverse segnalazioni su illecite attività di scavo  per la commercializzazione di beni di natura archeologica.In sinergia con la Procura di Crotone hanno raccolto prove e ottenuto la collaborazione anche della piattaforma informatica Ebay che ha fornito tutti i dati delle operazioni condotte dai sospettati e anche dei loro clienti. In questo modo i Carabinieri, pezzo dopo pezzo, sono riusciti a risalire agli acquirenti e, ottenuto il via libera dalla Procura di Crotone hanno fatto scattare le perquisizioni durante le quali, oltre a ritrovare e recuperare i reperti messi in vendita dall'organizzazione crotonese, hanno anche rinvenuto altri pezzi di notevole importanza archeologica.A conclusione delle indagini risultano recuperati 16.344 reperti archeologici di cui oltre 15 mila monete in argento e bronzo di epoca magno greca, romana e bizantina; 10 metal detector, 1.200 reperti archeologici consistenti in vasi, ceramiche, fibule, anelli, bottoni pesi da telaio e monili in ceramica; 42 reperti di natura paleontologica. Circa una settantantina le perquisizioni effettuate con riscontri impensabili che testimonia l'ampiezza delle rete del mercato clandestino:  tranne che in Val d'Aosta reperti provenienti da scavi archeologici illeciti (presumibilmente nel territorio tra Isola Capo Rizzuto e Crotone) sono stati trovati in ogni regione d'Italia.  "Si tratta - ha detto il procuratore Raffaele Mazzotta - di una delle operazioni più importanti mai fatte in Italia nel campo del mercato clandestino dell'archeologica. Sicuramente la più importante in Calabria. Un'operazione di intelligence  che è stata possibile grazie alle competenze del Nucleo tutela del patrimonio artistico dei carabinieri di Cosenza e delle attività condotte dalla Compagnia dei carabinieri di Crotone. Io stesso - ha promesso concludendo procuratore - andrò in aula per il dibattimento contro questo reato che deruba il territorio della sua storia".
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