sabato 15 febbraio 2020
Recepita l’intesa del 2018 con la Santa Sede
Cappellani militari a convegno (2014)

Cappellani militari a convegno (2014) - Capano

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Si avvia a conclusione il lungo iter per la nuova disciplina dell’assistenza spirituale alla Forze Armate. Il Consiglio dei Ministri infatti, ha approvato giovedì un disegno di legge che recepisce l’intesa tra la Repubblica italiana e la Santa Sede siglata il 13 febbraio 2018 ed è «volta ad aggiornare – si legge in un comunicato stampa di Palazzo Chigi – la disciplina dell’assistenza spirituale alle Forze armate e lo status dei cappellani militari alla luce dell’evoluzione storica, politica e normativa intervenuta negli anni».

Il testo, salutato con favore anche dall’Ordinariato militare (in pratica la 'diocesi' senza territorio che riunisce tutti i cappellani), permetterà anche un notevole risparmio alla casse dello Stato, grazie ad alcuni accorgimenti tecnici (esclusione dei cappellani dai gradi più alti, da colonnello in su, maggiore permanenza nel grado) e al contenimento degli stipendi (oggi lo stipendio medio è di circa 1500 euro).

La normativa individua le funzioni svolte dai cappellani a favore dei militari cattolici e delle rispettive famiglie, nonché i mezzi e gli strumenti che sono messi a loro disposizione per l’assolvimento delle funzioni stesse; delinea, inoltre, lo stato giuridico dei cappellani come figura autonoma rispetto all’organizzazione militare, stabilendo che hanno piena libertà di esercizio del loro ministero e che risiedono in una delle sedi di servizio loro assegnate, ma accedono ai gradi militari per assimilazione, senza che questo comporti identificazione con la struttura e l’organizzazione militare.

«Si evidenzia – nota il governo – che il cappellano non può esercitare poteri di comando o direzione e avere poteri di amministrazione nell’ambito delle Forze armate; non porta armi e indossa, di regola, l’abito ecclesiastico proprio, salvo situazioni speciali nelle quali sia necessario indossare la divisa».

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