venerdì 28 agosto 2015
Vertice alle Politiche agricole. Nel mirino i beni delle imprese che sfruttano i braccianti. Entro 15 giorni un «piano di contrasto» del governo.
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«Vogliamo passare dalla gestione dell’emergenza a un insieme stabile, organico e coordinato di azioni costanti contro il caporalato, che va combattuto come la mafia», fino all’eventuale confisca dei beni. Sintetizza così il ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina l’intenzione del governo guidato da Matteo Renzi, dopo la morte di quattro braccianti nelle campagne pugliesi, di serrare le maglie della rete che proverà a evitare lo sfruttamento della manodopera in agricoltura. Il ministro annuncia infatti un «piano di contrasto », che potrebbe avere la forma di un pacchetto legislativo da definire in 15 giorni (e comunque non oltre la metà di settembre). Ieri mattina –, insieme al ministro del Lavoro Giuliano Poletti, affiancato dal sottosegretario Teresa Bellanova –, Martina ha riunito in un ufficio del suo dicastero i principali attori della filiera agroalimentare e altre autorità, fra cui il presidente dell’Inps Tito Boeri, per mettere sul tavolo opinioni e proposte. «Vogliamo stroncare il caporalato – ribadisce Poletti – lavorando su tutti gli aspetti dell’illegalità». CONFISCA BENI A CHI SFRUTTA,TUTELE A CHI DENUNCIA D’intesa col Guardasigilli Andrea Orlando, il ministro Martina ha iniziato a predisporre «un atto legislativo importante » per consentire il sequestro e la confisca dei beni (come avviene per le cosche mafiose) alle imprese agricole accusate e condannate per il reato di caporalato e per introdurre forme di assistenza legale ai braccianti che denuncino casi di sfruttamento. Tra le proposte avanzate ieri, anche l’eventuale introduzione della responsabilità in solido per chi sfrutta il lavoro nero e dell’obbligo di comunicazione preventiva dei nominativi di operai agricoli a tempo determinato, forme di trasporto pubblico per i braccianti d’intesa con le Regioni (per tagliar fuori i 'furgoncini' dei caporali) e alcuni strumenti per evitare un uso distorto dei voucher. Il pacchetto di norme (ancora non si sa se sarà contenuto in un disegno di legge o in un decreto ad hoc) interesserà l’azione di diversi dicasteri: «Abbiamo già sviluppato un’azione di contrasto – argomenta Poletti –, la rafforzeremo e la metteremo assieme ad altre questioni da affrontare anche con il Ministero dell’Interno, per quanto riguarda l’immigrazione, e col Ministero della Giustizia per la confisca dei beni». Ci sarà «un rendiconto delle azioni» svolte e bisognerà tener «conto non solo del danno alle persone, ma anche al sistema imprenditoriale. Il piano è complesso e non di breve periodo ». E la copertura? «Laddove ci saranno oneri – conclude Poletti – bisognerà trovare nella prossima legge di Stabilità le risorse per fronteggiare la situazione». IL NODO DEI PREZZI In sintonia anche le associazioni di categoria, ma con qualche distinguo: «Benvenute tutte le norme per sconfiggere il caporalato, ma in parallelo occorre un ragionamento su prezzi e costi di produzione» fa notare il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, secondo cui «la vicenda dei pomodori sottopagati a 8 centesimi al chilo fa il pari con quella delle arance a Rosarno ». Per Dino Scanavino, presidente della Confederazione italiana agricoltori, serve «un sistema ispettivo efficace ». E il suo omologo di Confragricoltura, Mario Guidi, invoca un’attenta «intelligence degli organi di vigilanza nella selezione delle aziende da ispezionare » con maggior «attenzione alle violazioni più gravi rispetto alle irregolarità formali». DA SETTEMBRE PARTE LA «RETE» In attesa del nuovo pacchetto di norme, sta per partire la cabina di regia della «Rete» del lavoro agricolo di qualità (costituita presso l’Inps col decreto 'Campolibero' del 2014). Dal primo settembre le imprese agricole interessate potranno aderire (tramite il sito www.inps.it) a un circuito pubblico «di certificazione etica del lavoro», che prevede un sistema premiante per chi ne farà parte. Potranno fare richiesta le aziende che non abbiano riportato condanne penali né abbiano procedimenti in corso in materia di lavoro, legislazione sociale o tributi, non abbiano ricevuto sanzioni amministrative per violazioni analoghe e siano in regola col versamento di contributi previdenziali e premi assicurativi.
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