martedì 1 gennaio 2013
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​Un addio gioioso, in grande stile, per quel 2012 che ha portato lutti e distruzione: Finale Emilia ha salutato il vecchio anno con la più imponente animazione di tutto il cratere sismico. «E’ venuta tantissima gente dal Modenese, alcuni anche dal Reggiano, dal Bolognese e perfino da Firenze». Arturo Panzanini coordina gli “Amici di aggiungi un posto a tavola”, associazione benefica del centro modenese elevato a icona del sisma. Al telefono risponde dopo le 12, e si scusa: «Abbiamo lavorato fino a poche ore fa. La gente aveva voglia di ricominciare a divertirsi, abbiam dovuto farci in quattro». Già. Perchè la festa che hanno organizzato insieme al Comune è iniziata con la cena. Nei giardini pubblici “Alcide De Gasperi”, con più di 500 persone. E’ assonnato e soddisfatto insieme: «Con noi c’era anche Andrea Poltronieri, cantante e comico. Ha accettato di venire gratuitamente, il suo spettacolo è stato di grande attrattiva. Giusto il tempo che finisse, e poi alle 23.30 tutti in piazza Garibaldi dove c’era la diretta di Radio Bruno, un’emittente di Carpi». Tutti, vale a dire tremila persone. «Mai vista così la nostra piazza», dicono in paese. Una sorta di riappropriazione per quello spazio che era stato a lungo zona rossa. Ferito da dalle macerie, interdetto al transito anche solo di pedoni. Ma nella notte di San Silvestro divenuto il centro focale da cui si è irradiata la voglia di ricominciare. «Era impressionante quell’atmosfera: famiglie, nonni che ballavano con bambini, ragazzi con adulti». Panzanini, con “Amici di aggiungi un posto a tavola”, questa festa la organizzava tutti gli anni. Ma tra le mura di una discoteca (ora inagibile), e un bagno di folla del genere mai l’aveva visto e mai l’avrebbe potuto anche solo immaginare. Così, ancora una volta dalle macerie del sisma si è sprigionata una positività inattesa, sorprendente: gli edifici crollati hanno cementato le relazioni, creato incontri. Radio Bruno ha concluso la diretta all’1.30. Ma a Finale, molta gente non ha voluto andarsene. «Così siamo tornati ai giardini pubblici - racconta Panzanini -. Abbiamo sbaraccato dalla cena e trasformato la tensostruttura in un'enorme discoteca. Gliel’ho detto. Se al telefono le ho risposto solo ora non è stato per cattiva volontà».
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