martedì 5 dicembre 2023
La maggioranza boccia l’emendamento delle opposizioni, resta la legge delega. I leader ritirano la firma sulla proposta. Conte la straccia. Schlein: il governo sta con gli sfruttatori
L’ex premier e capo del M5s, Giuseppe  Conte, straccia alla Camera la proposta di legge sul salario minimo delle opposizioni

L’ex premier e capo del M5s, Giuseppe Conte, straccia alla Camera la proposta di legge sul salario minimo delle opposizioni - Ansa

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Arriva la pietra tombale della maggioranza sul salario minimo. Tutto come previsto, ma in aula alla Camera le opposizioni vendono cara la pelle e la protesta assume toni forti e solenni. Per la prima volta viene di fatto negato dalla coalizione di governo il confronto nel merito della proposta che aveva visto uniti e per la prima volta compatti i partiti di minoranza (con la sola eccezione di Italia viva), perché da Palazzo Chigi la linea dettata è quella di sostituire il testo con un maxiemendamento che sopprime e soppianta l’introduzione della paga minima oraria di 9 euro con una delega al governo a legiferare entro sei mesi per risolvere il dramma del lavoro povero in Italia. Di più, il centrodestra si fa forte delle considerazioni che arrivano dal commissario europeo per il Lavoro Nicolas Schmit, per il quale l’Ue «non impone un salario minimo negli Stati membri».

E però Schmit, in audizione in commissione a Montecitorio, spiega i tre sistemi vigenti: «Il salario minimo, la contrattazione collettiva, il salario minimo più la contrattazione». Tre sistemi che devono garantire remunerazioni congrue, perché , sottolinea il commissario, «la contrattazione potrebbe non essere in grado di coprire una parte sostanziale della forza lavoro. E questo non va bene per l'economia, se tante persone hanno salari bassi. Bisogna bilanciare i due punti e studiare la soluzione migliore per avere salari normali».

Parole interpretate in due sensi diversi da maggioranza e opposizione. Ed è la ministra del Lavoro Maria Calderone ad assicurare che dal governo «viene individuato un percorso diverso. Lo abbiamo sempre detto: per noi è una questione di salario dignitoso».

Rassicurazioni che hanno un peso assai scarso per le opposizioni, decise fino all’ultimo a tenere accesi i riflettori su un provvedimento che trova ampi consensi nel Paese. Così, di fronte alla decisione del presidente della Commissione lavoro Walter Rizzetto (di Fratelli d’Italia) di sostituire per intero la proposta delle opposizioni con il testo della maggioranza, le minoranze tentano il blitz riproponendo sotto forma di emendamento l’articolato iniziale. Pd, M5s, Azione, Avs e +Europa sono consapevoli di non avere i numeri, e infatti il salario minimo viene bocciato con 149 voti contrari, 111 favorevoli e 3 astenuti, ma una volta in assemblea, inizia lo showdown.

Uno a uno - a partire da Giuseppe Conte - i leader delle opposizioni ritirano la firma sul testo del tutto stravolto sostenuto dal centrodestra. «Si deve vergognare chi ha votato no a questa legge che avete fatto a pezzi. Con la modalità della delega si prende in giro la platea di lavoratrici e lavoratori - tuona il leader di M5s -. Io dico questo a quest'Aula: questo gesto proditorio non lo compirete nel mio nome né nel nome del M5s. E per questa ragione ritiro la firma da questo provvedimento perché state facendo carta straccia del salario minimo legale», dice l’ex premier stracciando materialmente il testo.

Toni pesanti anche dalla segretaria del Pd Elly Schlein: «La Costituzione non vi autorizza agli abusi di potere sulla pelle delle minoranze», mentre «il governo ha scelto di sottrarre al parlamento il diritto di discutere e votare sul salario minimo. Questa è l’idea che avete della democrazia, è un antipasto del premierato», accusa la leader dem. E ancora: «State pugnalando alle spalle le persone sfruttate perché non avete il coraggio di guardarle negli occhi mentre affossate una proposta» che ha «raccolto oltre 500mila firme, ve ne siete fregati, gli avete tolto pure il nome. Puntate a cancellarlo dalla memoria collettiva». Ma così, per Schlein, «voi oggi votate contro una legge che dice che sotto i 9 euro non è lavoro, e' sfruttamento. Allora ditelo: a voi va bene lo sfruttamento».




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