martedì 19 ottobre 2010
La Camera ha negato l'autorizzazione a procedere nei confronti di Pietro Lunardi. Gli atti dell'indagine sull'acquisto di un palazzetto da Propaganda Fide saranno restituiti al tribunale dei ministri di Perugia.
COMMENTA E CONDIVIDI
L ’Aula della Camera «salva» l’ex ministro delle Infrastrutture e Trasporti Pietro Lunardi, oggi deputato del Pdl, indagato per corruzione insieme all’arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe con l’accusa di aver acquistato nel 2004 ad un prezzo di favore da Propaganda Fide un intero palazzo di cinque piani in via dei Prefetti a Roma in cambio del finanziamento pubblico di 2 milioni e mezzo di euro per la ristrutturazione di un immobile a Piazza di Spagna: è stato approvato infatti con 292 voti a favore, 254 contrari e 2 astenuti il parere della Giunta per le Autorizzazioni che stabiliva la restituzione degli atti al collegio per i reati ministeriali del Tribunale di Perugia. «Oggi è stato fatto un primo passo importante per fare chiarezza» è stato il primo commento dello stesso Lunardi.Lunardi, all'epoca ministro delle Infrastrutture, è accusato di avere acquistato da Propaganda Fide per 3 milioni di euro palazzo cielo-terra di 5 piani in via dei Prefetti valutato 8 milioni di euro. Dopo avere comprato l'immobile, con la mediazione di Angelo Balducci, Lunardi avrebbe fatto ottenere a Propaganda Fide un finanziamento di 2,5 milioni di euro per la realizzazione di un museo nella sede della 'Congregatio pro gentium evengelizationè in piazza di Spagna. Nell'inchiesta sono implicati anche l'imprenditore Diego Anemone e l'architetto Angelo Zampolini.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: