martedì 27 giugno 2023
Dopo la relazione degli ispettori, il ministro aveva chiesto alla preside di riconvocare il consiglio di classe per «riflettere e rivalutare la decisione». Ed ecco il cambiamento in pagella
Il ministro dell'Istruzione e del Merito Valditara

Il ministro dell'Istruzione e del Merito Valditara - ANSA

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Non avranno più 9 in condotta, gli studenti dell’istituto “Viola Marchesini” di Rovigo, che, lo scorso ottobre, hanno sparato pallini di plastica in faccia all’insegnante di Italiano. Oggi pomeriggio il consiglio di classe ha rivisto la valutazione dei ragazzi, abbassando i voti a un 7 e tre 6. In particolare, allo studente che aveva preso 9 in condotta è stato attribuito un 7 mentre agli altri che avevano avuto 8 in condotta, il consiglio di classe ha dato 6. In questo modo, l’istituto ha accolto la richiesta del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, alla dirigente scolastica Isabella Sgarbi, «a riconvocare il consiglio di classe, al fine di riconsiderare in autotutela le decisioni prese», si legge in una nota di viale Trastevere. Richiesta avanzata dopo aver letto la relazione degli ispettori ministeriali.

Nonostante, nell’immediatezza del fatto, fossero stati sospesi per cinque giorni, la promozione dei bulli aveva sollevato più di qualche perplessità e spinto lo stesso Ministro ad annunciare una revisione del voto in condotta. Ora, sulla base della relazione, Valditara contesta alla dirigente «la non corretta applicazione del Dpr 122/2009 (sulla valutazione degli alunni ndr.) e del regolamento d’istituto», chiedendo, appunto, una revisione del giudizio. Intervenuta ieri a poche ore dalla richiesta.

Nei giorni scorsi, Valditara aveva già espresso la volontà di portare avanti «un ripensamento sul significato e sul ruolo, all’interno dell’intero anno scolastico, del voto di condotta», proprio a partire dal “caso” di Rovigo che lo aveva «lasciato perplesso».

A far risaltare ancora di più la decisione di promuovere con 9 in condotta gli autori dell’aggressione alla docente, la scelta, di segno diametralmente opposto, del liceo “Alessandrini” di Abbiategrasso, hinterland milanese, di bocciare ed espellere lo studente 16enne che, lo scorso 29 maggio, aveva accoltellato l’insegnante di Italiano. Due casi che hanno riportato l’attenzione sulla necessità che la scuola ritrovi autorevolezza senza però perdere il senso della misura. Sia nel promuovere che nel bocciare.

Di «iniziativa equilibrata del Ministro», parla il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, sollecitato a intervenire sui fatti di Rovigo. Secondo Giannelli, la richiesta di riconvocare il consiglio di classe è «molto rispettosa del ruolo dell’organo collegiale unico competente a valutare la situazione. Sono proprio i componenti del consiglio di classe – spiega il presidente dell’Anp – a conoscere molto bene quanto accaduto e ad avere tutti i documenti necessari per fare la giusta valutazione».

Più in generale, Giannelli concorda sull’urgenza di intervenire sul voto in condotta. «La condotta a scuola è importante – ribadisce –. Non so come intenda intervenire il Ministro, ma certo gli ultimi episodi hanno dimostrato la necessità di diffondere una cultura più radicata e più forte per quanto riguarda il rispetto degli altri. Il voto di condotta serve proprio a rimarcare la qualità del comportamento di ognuno ed è fondamentale per sviluppare una certa capacità di convivere civilmente con gli altri».

Anche per la presidente dei presidi del Lazio, Cristina Costarelli, «è importante» che il Ministero dia delle indicazioni precise sulla gestione del voto in condotta, «tenendo sempre conto del mantenimento dell’autonomia scolastica», ricorda la dirigente. «Anche se le norme ci sono, come i regolamenti di disciplina di ogni scuola o i patti di corresponsabilità, però la maggior parte delle norme rientrano nell’autonomia scolastica, quindi è la singola istituzione scolastica che si dà delle regole sulla questione del comportamento – continua Costarelli – e credo comunque sia importante, proprio per questa struttura, che ci siano delle linee di indirizzo a livello ministeriale».

Per Costarelli, inoltre, «è necessario tenere presente che un comportamento inappropriato, soprattutto come quello accaduto a Rovigo, anche se avvenuto nel primo quadrimestre, non può essere dimenticato nel secondo quadrimestre». E per di più coprendolo con un 9 in condotta. Ora corretto al ribasso.

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