sabato 19 gennaio 2019
L'iniziativa dell'ex ministro dello sviluppo economico. Obiettivo: lista unica delle forze europeiste alle elezioni del 26 maggio
Carlo Calenda (Ansa)

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Più che superare il Pd, superare la litigiosità interna che tanto male ha fatto al Pd. Così i due candidati più forti per la segreteria dem Nicola Zingaretti e Maurizio Martina, si ritrovano sull’idea di una piattaforma comune per le prossime europee. E proprio mentre i due si 'incontrano' sul percorso condiviso, arriva nero su bianco il manifesto europeista di Carlo Calenda 'Siamo europei'.

Un documento anti sovranista, per rilanciare il progetto europeo, rivisitato e corretto alla luce della storia di questi anni. «Bene ci siamo», annuncia l’ex ministro dello Sviluppo economico. Il link per sottoscrivere l’appello europeista è pronto. Si lavora, scrive, Calenda, alla «costituzione del fronte lanciato insieme a 100 esponenti della politica locale e della società civile. Ora si tratta di aderire e far aderire. Partiamo. L’Italia e l’Europa sono più forti di chi le vuole deboli». L’idea è di costituire «una lista unica delle forze civiche e politiche europeiste alle prossime elezioni europee».

A seguirlo sono subito in molti, ma i primi che sostengono l’iniziativa sono gli amministratori locali, «presidenti di regione, sindaci, personalità della società civile (medici, scienziati, imprenditori, operai, mondo dell’associazionismo)», scrive Calenda. «Non è il mio manifesto – specifica – . Senza Beppe Sala, Giorgio Gori, Walter Ricciardi e tutti gli altri firmatari non avrei combinato nulla. Abbiamo lavorato insieme. Gioco di squadra». E il sindaco di Milano Sala, che si era proposto solo qualche giorno fa come 'tutor' del Pd da rimettere insieme, rilancia Calenda, tra «le nostre migliori risorse disponibili». Ancora, suggerisce, «non perdiamo tempo a discutere di marchi e di perimetri, cerchiamo di stare assieme, già non siamo moltissimi e non è il caso di dividerci».

L’iniziativa piace anche a Paolo Gentioni e la condividono Marco Minniti e Piero Fassino. Ci sono Chiamparino, Bonaccini e Nardella. Da fuori, ci stanno anche il governatore Enrico Rossi (Mdp) e Laura Boldrini, particolarmente attenta a quanto si muove in casa dem, e già al fianco di Zingaretti. Quanto al governatore, il manifesto, dice, rappresenta un «utilissimo contributo alla ricostruzione di un campo largo di forze diverse che si impegnano per rifondare e difendere l’Europa. Proviamoci», scrive su twitter.

E d’altronde il presidente del Lazio aveva già pensato a un evento per contenere le frizioni tra le varie anime del Pd, accentuate dalla fase congressuale. «Sarebbe bello se i 3 candidati che usciranno dalla consultazione dei circoli proponessero una piattaforma uniti per le prossime europee da sottoporre al confronto, anche da consegnare ai gazebo come idee del Pd».

Un momento di condivisione che, per Zingaretti, potrebbe tenersi già il 2 febbraio, quando verranno proclamati i tre vincitori del voto nei circoli. «Noi abbiamo posizioni diverse su tanti punti – ragiona – ma un contributo comune sull’Europa dei tre candidati sarebbe un bellissimo segnale all’Italia. Noi siamo qui, combattiamo, facciamo il congresso, ma siamo una comunità che guarda al futuro e al bene comune». L’Europa e il suo rilancio, dunque, sarà il comun denominatore del Pd. E anche Maurizio Martina ci sta. «Facciamo nostra la proposta di Romano Prodi di esporre, il 21 marzo, la Bandiera europea».

L’idea, spiega l’ex segretario Pd, è quella «anche di 'arruolare' volontari, cittadini per la nuova Europa, nei banchetti delle primarie del Pd». Perché, incalza, «non ci sono divisioni tra noi sulle europee, anzi possiamo lavorare uniti e aperti. Io guardo con grande attenzione al manifesto di progetto che sta promuovendo Carlo Calenda. Va nella direzione giusta».

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