martedì 26 ottobre 2021
Dopo lo stop forzato, causa pandemia, le Panthers (Università Europea di Roma) incontrano l'Atletico Diritti, formato da ragazze detenute a Rebibbia. «Un messaggio di speranza»
La squadra Panthers con il coordinatore Matteo Anastasi

La squadra Panthers con il coordinatore Matteo Anastasi - .

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Nel carcere di Rebibbia torna uno di quei segni di normalità a lungo assenti a causa della pandemia. Sabato 30 ottobre, alle ore 15, la squadra di calcio a cinque femminile Panthers incontra a Rebibbia l'Atletico Diritti, formato da ragazze detenute nel carcere. Una di quelle occasioni di svago mancate in questi due anni segnati dalle misure di contenimento del virus.
«Per le nostre calciatrici, dopo la lunga pausa per la pandemia, non poteva esserci modo migliore per riprendere a giocare in un torneo», esclama Matteo Anastasi, coordinatore del Gruppo Sportivo dell’Università Europea di Roma, di cui fanno parte le "pantere" (nome stato scelto dagli stessi studenti e ispirato alle virtù del felino: agilità, coraggio, eleganza, integrità, intelligenza, pazienza, resistenza e velocità). La partita si inserisce nell'ambito del campionato di calcio a 5 femminile open del CSI (Centro Sportivo Italiano), da sempre occasione di incontro oltre l'agonismo.
«Lo sport è un linguaggio universale che riesce ad andare oltre ogni confine, favorendo il dialogo e l’amicizia», aggiunge Anastasi. «Questa partita racchiude un forte messaggio di speranza e si inserisce nel solco di quella cultura dell’incontro che Papa Francesco ci invita a vivere ogni giorno».



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