venerdì 29 giugno 2018
Scassinata una porta e trafugate attrezzature agricole. Il vicepresidente Antonio Napoli: «Non ci fermeranno»
Alcuni campi gestiti dalla cooperativa

Alcuni campi gestiti dalla cooperativa

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Nuovo grave danneggiamento alla cooperativa Valle del Marro che coltiva terreni confiscati alla ’ndrangheta nella Piana di Gioia Tauro, l’ottavo in un anno. E ancora una volta il sabotaggio colpisce l’impianto irriguo, proprio con l’arrivo del caldo, come avvenne lo scorso anno. Nel mirino impianti di kiwi, agrumeti e uliveti, in vari comuni della Piana.

Questa volta è accaduto nell’uliveto confiscato nel comune di Oppido Mamertina, a Castellace, in località Principe di Cordopatri. Ignoti si sono introdotti nel piccolo casolare, tentando prima di forzare la porta d’ingresso, senza riuscirvi, e scassinando poi il portello in ferro della finestra, dalla quale sono entrati per trafugare il dissabbiatore dell’impianto irriguo. Il danno ammonta a circa mille euro ma «l’obiettivo è sempre quello: far mancare l’acqua alle giovani piante degli uliveti», spiega Domenico Fazzari, presidente della cooperativa, nata 13 anni fa per iniziativa di Libera e della Diocesi di Oppido-Palmi e col sostegno del Progetto Policoro della Cei. Solo un furto? In tutta la zona, coltivata ad ulivi, non risulta che ne siano stati commessi altri del genere, come appreso dalle stesse Forze dell’ordine, il cui personale è impiegato da tempo in attività di vigilanza dei terreni della cooperativa. Luoghi ritenuti sensibili, dopo i numerosi danneggiamenti di matrice mafiosa, subiti dalla cooperativa negli ultimi mesi.

Su uno di questi uliveti due settimane fa, proprio dopo l’ultimo sabotaggio, si era recato il presidente della Camera Roberto Fico che aveva parlato della necessità di sconfiggere le mafie, non solo di contrastarle. «Il continuo bollettino dei danneggiamenti non ci scoraggia affatto – sottolinea Antonio Napoli, vicepresidente della cooperativa –. Siamo pronti come al solito a ripartire, fiduciosi nel lavoro della Procura e delle Forze dell’Ordine, che sono sempre state al nostro fianco. Non ci fermeranno di certo nuovi possibili danneggiamenti». Domenico Fazzari riflette: «È indubbio che ancor più che in passato, questi fatti come altri che utilizzano modalità altrettanto aggressive, stiano cercando di distruggere e delegittimare il positivo che abbiamo costruito nel territorio, insieme alle Istituzioni e alla società civile». E torna a lanciare un appello come aveva fatto due settimane fa al nostro giornale.

«Invitiamo tutti coloro che credono, nell’intimo della propria coscienza, al buono che si è fatto, ad alzare la voce e a difendere con le unghie il positivo faticosamente costruito. La posta in gioco è alta, ne va della speranza di vedere una terra libera, fiorente, capace di soddisfare i bisogni dei suoi abitanti, dove la felicità non sia un’utopia».

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