venerdì 20 ottobre 2023
La richiesta di rassicurazioni per le proprie famiglie, che vivono in alloggi occupati. La replica: sono persone che conosco, non vanno confuse con i camorristi. Stasera sit-in a sostegno
Un recente blitz nel quartiere delle case occupate a Caivano

Un recente blitz nel quartiere delle case occupate a Caivano - Ansa

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«Qualcuno soffia sul fuoco, e va dicendo in giro che la gente del quartiere perderà la propria casa per colpa mia». Don Maurizio Patriciello, parroco nel Parco Verde di Caivano, non ha dubbi quanto ai motivi per cui ieri sera diverse donne hanno manifestato animatamente davanti alla sua chiesa, minacciando perfino di occuparla se non fossero riuscite ad avere un colloquio con lui. «È quello che ho detto a queste donne – spiega don Patriciello –. Il quartiere è in subbuglio: ogni giorno ci sono controlli di polizia. Si fa quello che per anni non si è fatto. Ho detto a queste persone, che sono per la stragrande maggioranza persone perbene, di non farsi strumentalizzare dai criminali del quartiere, i quali sanno bene che il cerchio si stringe sempre più intorno a loro. In ogni caso, ci siamo chiariti». Le donne scese in strada ieri hanno manifestato al sacerdote la propria preoccupazione per la sorte delle proprie famiglie, che risultano tra le tante ad aver occupato illegalmente le case popolari del Parco Verde.

Negli ultimi mesi, subito dopo gli impegni presi dal governo per combattere il degrado nel quartiere e nell’intera Caivano, sono iniziati controlli anche sugli alloggi occupati abusivamente e sui furti di energia elettrica. «Le donne che sono venute da me a protestare le conosco bene: sono brave persone, anche che se occupano illegalmente appartamenti al Parco Verde – dice il parroco –. Credo che bisogna fare una distinzione tra chi occupa quella casa magari senza alcun titolo e chi ha lucrato su questo. Ora stanno venendo a galla tante situazioni di illegalità che riguardano anche persone perbene, che vivono in appartamenti assegnati ad altri, che però se ne sono andati e non vivono a Caivano e che spesso sono parenti degli attuali inquilini. Poi, c’è anche chi ha pagato per avere un alloggio che non gli spettava. Ma, in ogni caso, si tratta per la maggior parte di brave persone, che non vanno confuse con i camorristi e i delinquenti, che alimentano il business degli alloggi popolari e su cui vanno fatte invece indagini approfondite».

Fu proprio questo il senso di una lettera aperta indirizzata da don Patriciello alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, proprio nel momento in cui le forze dell’ordine diedero inizio alla stretta contro l’occupazione abusiva di case popolari nel Parco Verde. Nel corso della manifestazione di ieri sera, sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Caivano, che hanno identificato tutte le donne scese in strada. Quasi tutte sono prive di precedenti penali e parentele di peso nel panorama criminale locale, tranne la moglie di un uomo ritenuto vicino al clan Sautto-Ciccarelli, vale a dire il clan camorristico che controlla lo spaccio di droga e gli affari illeciti nel quartiere. Secondo don Patriciello, la responsabilità maggiore per la situazione di illegalità diffusa all’interno del Parco Verde di Caivano è in capo «alle amministrazioni comunali che si sono succedute negli anni. Si giravano tutti dall’altra parte: un atteggiamento che ha favorito la diffusione di un sistema generale di illegalità. Ma accanto ai delinquenti abbiamo anche le persone perbene. Non va fatta di tutta l’erba un fascio». Oggi, davanti alla parrocchia del quartiere, intitolata a san Paolo apostolo, si terrà una manifestazione di sostegno al sacerdote, organizzata dal deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Francesco Emilio Borrelli. Il sacerdote, che si trova in Puglia, non sarà presente.

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