sabato 25 ottobre 2008
È stato rinvenuto il cadavere di una donna, trascinato in mare dalla piena assassina. Intanto preoccupa la stabilità della diga di Capoterra, mentre il popolo dei volontari si mobilita in soccorso degli isolani rimasti senza una casa dopo il nubifragio di mercoledì. Al lavoro per sgombrare le strade anche Esercito, Protezione civile, forestali e vigili del fuoco.
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Giornata di dolore e solidarietà mentre continua a tenere in ansia la diga maledetta di Santa Lucia. Intanto nelle aree devastate dall'alluvione sono arrivati volontari da tutta la diocesi di Cagliari. Poco prima delle 17 di ieri, dopo una giornata di annunci e smentite, è stato trovato il corpo parzialmente vestito di una donna. Dovrebbe trattarsi di una dei due dispersi, Maria Rita Lepori, di Iglesias, l'insegnante all'istituto alberghiero di Pula, che la mattina del disastro era diretta in auto da Cagliari, assieme a una collega, verso la scuola. Il cadavere è stato recuperato non lontano dalla strada, vicino a uno scoglio, nel territorio del confinante comune di Sarroch, parzialmente incastrato fra gli scogli e il pontile della raffineria Saras. Probabilmente è stato trasportato dalla piena assassina fino al mare e le correnti lo hanno trascinato per diversi metri. Il marito e i due figli della donna erano in disperata attesa di notizie da 48 ore, passate davanti al municipio di Capoterra. Manca ancora all'appello Antonello Porcu, il tecnico dell'Asl inghiottito dal fango. Intanto si lavora per assicurare la stabilità alla diga situata nelle montagne che sovrastano Capoterra, dalla quale è tracimata l'onda assassina del Rio San Girolamo, e che continua a destare «forti preoccupazioni». Ci vorranno almeno altre 24 ore per svuotare il bacino. Ieri mattina ha effettuato un sopralluogo una commissione del consiglio regionale della Sardegna. Si lavora intanto con circa mezzo migliaio di persone, tra Protezione civile, forestali, Esercito e vigili del Fuoco per ripristinare la viabilità, ancora compromessa, e sistemare la rete fognaria e le reti idriche. Vietato usare l'acqua, girano le autobotti per rifornire la popolazione. I 18 plessi scolastici riapriranno lunedì, resta chiusa solo la materna di Rio San Girolamo. Pesante anche il bilancio dei danni arrecati alle proprietà private e alle attività produttive. Secondo il vicesindaco Francesco Dessì «una prima stima dei danni complessivamente ammonta a 50 milioni di euro». Ieri è stato il giorno della verità per i 70 sfollati di Frutti d'oro che hanno trascorso due notti nella scuola media di Capoterra e ora sono ospitati in un residence. Sono stati accompagnati nelle case e hanno potuto rendersi conto chi dei danni e chi di avere perso tutto. Per gli altri 230 senza casa, la botta è arrivata con 24 ore di anticipo. A Roma il sottosegretario alla Protezione civile, Guido Bertolaso, nella sua informativa al Senato ha dichiarato che il prossimo Consiglio dei ministri esaminerà la richiesta dello stato di emergenza chiesto dalla Regione Sardegna per l'alluvione che ha colpito la provincia di Cagliari. La previsione è che il governo «deciderà in modo positivo». Il ministro dell'Economia Tremonti ha già stanziato 7 milioni di euro, ai quali si aggiungono 6,5 milioni stanziati ieri dalla Giunta Soru, mentre altri 20 saranno stanziati martedì dal Consiglio regionale. Bertolaso ha ribadito che si sono registrati danni e vittime «dovuti anche alla realizzazione di insediamenti dove non era opportuno». Molto attivi i volontari, soprattutto quelli delle comunità parrocchiali colpite, i cui giovani sono entrati in azione fin dalle prime ore subito supportati dalla Caritas diocesana. «Al momento " spiega don Marco Lai, direttore della Caritas di Cagliari " stiamo coordinando molti giovani delle parrocchie, ieri sono arrivati sul luogo della catastrofe moltissimi volontari da tutte le parrocchie della diocesi. Prevediamo che ne arrivino altri nelle prossime ore. Stanno offrendo i primi aiuti per i bisogni più urgenti: pulire le abitazioni dai liquami e dal fango, liberare le strade, aiutare le famiglie, servire pasti caldi, sia alla mensa attrezzata in parrocchia che di casa in casa. Abbiamo fornito ai parroci un sostegno economico per l'acquisto di viveri e attrezzature utili per i lavori di primo intervento». La Caritas Italiana ieri ha lanciato un appello alla solidarietà promuovendo una raccolta di fondi ed invitando le Caritas diocesane italiane ad attivarsi per sostenere gli sforzi della Chiesa locale: è possibile contribuire versando a Caritas Italiana tramite C/C postale numero 347013.
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