giovedì 9 giugno 2016
Ancora una volta la camorra ci avvelena per fare soldi. Metà dei sacchetti usati per la spesa in circolazione sono illegali, non biodegradabili. Una perdita enorme per i produttori onesti, un danno per salute e ambiente.
Campagna contro le false buste ecologiche
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Fiction e realtà. Fortunato Cerlino, Massimo Noviello e Gennaro Del Prete. L’attore che interpreta il boss Pietro Savastano nella serie Gomorra e i figli di Domenico Noviello e Federico Del Prete, vittime innocenti della camorra. Insieme per la legalità e un economia pulita. Parte così la campagna #UnSaccoGiusto promossa da Legambiente per combattere il commercio dei sacchetti di plastica fuori legge, in quanto non biodegradabili, un affare in gran parte in mano alla criminalità organizzata, soprattutto la camorra.

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L’attore presta la sua immagine, e la sua bravura, per uno spot di denuncia che invita i consumatori “a cambiare le cose” proprio come stanno facendo Massimo e Gennaro che, dice Cerlino, con la loro CoopVentuno, piccola start up che produce bioshopper e promuove legalità, “stanno sfidando il racket per onorare la memoria dei loro padri uccisi dalla stessa malavita che ora cercano di combattere”. Non solo loro però, perché aggiunge l’attore, “per cambiare le cose basterebbe stare attenti, informarsi, scegliere prodotti virtuosi, fare la propria parte”. Anche perché dall’altra parte, dalla parte dell’illegalità i numeri fanno paura.

Circa la metà dei sacchetti in circolazione sono illegali, con un volume d’affari di circa 40mila tonnellate di plastica, una perdita per la filiera legale dei veri bioshopper pari a 160 milioni di euro, 30 solo di evasione fiscale. Un “affare” che danneggia i produttori in regola e disincentiva investimenti nel settore. Oltre, ovviamente, ai gravi danni all’ambiente e al maggioro costo di smaltimento dei rifiuti quantificato da Legambiente in 50 milioni di euro. “La camorra fiuta prima di altri come fare profitto - sottolinea Antonello Ardituro, ex pm anticamorra e ora membro del Csm - è accaduto con la legalizzazione dell’azzardo, accade coi sacchetti. Per questo ha uno straordinario valore aggiunto quello che fanno questi due giovani creando un’occasione di lavoro con fantasia e legalità”.

“La nostra iniziativa nasce dalla voglia di riscatto - dice Massimo -. Io e Gennaro abbiamo provato a trasformare il nostro dolore in qualcosa di positivo”. Così anche l’amico. “La cooperativa vuole essere il simbolo della realtà che è possibile cambiare il nostro territorio. Ed è anche il modo con cui ci riappropriamo di qualcosa che la camorra ci aveva strappato”. Parole che emozionano Cerlino-Savastano. “L’idea di essere utile a loro mi riempie di gioia. Sono ragazzi meravigliosamente napoletani, non siamo quelli che subiscono, ci rialziamo. Ma – avverte - c’è una collusione invisibile che riguarda tutti: quando usiamo i sacchetti illegali compriamo un pezzo di camorra, come chi fa uso di droga. Facciamo attenzione, perché l’arma più efficace è la consapevolezza”. Ecco il messaggio più importante, che davvero va oltre la fiction. “Questo Stato non deve aver bisogno di eroi. Questi sono veri cittadini – sottolinea la presidente di Legambiente, Rossella Muroni -. Le buone leggi, come quella sui sacchetti, vanno difese con la legalità e con queste storie di riscatto”. Perché, aggiunge Ardituro, “fare solo leggi non basta, serve un chiaro messaggio culturale, serve un chiaro impegno della politica sul territorio. Siamo tutti coinvolti”.

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