mercoledì 12 aprile 2017
Il Partito Democratico attacca compatto dopo le parole pronunciate ieri dal vice presidente della Camera. Lui si difende: "E' un dato inopinabile".
Bufera su Di Maio dopo la frase sui romeni
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Dal Pd si alza un coro unanime contro Luigi Di Maio dopo che ieri, con un po' di leggerezza, il leader pentastellato si è lasciato andare a un commento non proprio felice sui rapporti tra Italia e Romania. "L'Italia ha importato dalla Romania il 40% dei loro criminali. Mentre la Romania sta importando dall'Italia le nostre imprese e i nostri capitali. Che affare questa Ue".

Una frase che ha scatenato l'ira di Eugen Tertelac, Presidente dell'Associazione romeni d'Italia, che considera le parole del vice presidente della Camera "una dichiarazione politica che non fa altro che rovinare i rapporti tra i due Paesi". "L'Italia ha un valore di affari con la Romania di 13 miliardi di euro - continua Tertelac -. Credo che Di Maio abbia esagerato, perchè non ha dato numeri concreti. Un romeno su tre in Italia delinque? La criminalità romena è un fenomeno che sia Italia che Romania stanno gestendo in maniera corretta. Purtroppo le società sono fatte così, una maggior parte dei cittadini è fatta di persone per bene, ma c'è anche una percentuale di cittadini che hanno problemi con la legge".

Ma gli attacchi più duri arrivano dalla politica, con il Partito democratico in testa, divisa tra indignazione e ironia: "Di Maio pensa di fare concorrenza a Salvini e di imitare Trump. Per fortuna che studia da premier!" è il commento di Stefano Lepri vice presidente del gruppo Dem al Senato. "Di Maio è il principe dei luoghi comuni e non perde occasione per dimostrarlo in tutta la sua assurdità.
Dovrebbe tornare tra i banchi di scuola e studiare la storia del nostro Paese, quella dei nostri migranti e di come e quante difficoltà hanno dovuto affrontare per colpa di giudizi pressapochisti come quelli espressi ieri" è invece la reazione del deputato marocchino naturalizzato italiano Khalid Chaouki.

Di Maio, però, non pare affatto intenzionato a fare marcia indietro. Anzi, ribadisce che i dati forniti corrispondono a fatti "inopinabili". "Il 40% dei ricercati con mandato internazionale emesso da Bucarest si trova in Italia - conferma il leader grillino -. Non lo dico io, lo disse nel 2009 l'allora ministro romeno della Giustizia Catalin Predoiu, dato confermato l'altro giorno a SUM #01 dal procuratore di Messina Ardita. Motivo per cui non ho nessun motivo oggettivo di mettere in dubbio questa affermazione".

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