giovedì 30 novembre 2023
Prima la decisione di chiamare il paese solo “Le Breuil”, poi le proteste e la bufera politica, ora il dietrofront. Cosa è successo nelle ultime 48 ore ai piedi del Cervino
Le piste innevate di Cervinia

Le piste innevate di Cervinia - Ansa

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Ci sono guerre e guerre. E nei giorni di guerra vera sconforta che, sull'orizzonte spettacolare di una delle montagne più belle delle nostre Alpi, nelle ultime 48 ore sia scoppiata quella attorno al nome di Cervinia. A dichiararla l'amministrazione comunale in carica fino a maggio scorso, che aveva deciso di cambiarlo in “Le Breuil” (quello che era il suo nome francese prima dell'italianizzazione voluta in epoca fascista) e aveva anche già ottenuto il risultato, con tanto di delibera regionale firmata dal governatore Renzo Testolin a settembre. Peccato che la notizia, circolata ufficialmente soltanto nei giorni scorsi, abbia sollevato una vera e propria rivolta: in paese sarebbe dovuta cambiare tutta la cartellonistica e anche i documenti dei residenti avrebbero dovuto essere modificati. Senza contare - il grido dei commercianti e dei cittadini - i danni per l'immagine di una località conosciuta in tutto il mondo col nome che ha sempre avuto, cioè Cervinia appunto. A intervenire immediatamente la neosindaca Elisa Cicco, che della giunta precedente faceva parte ma che già ieri aveva promesso un incontro con la Regione per capire come invertire la rotta.

Ora la svolta: Cervinia, per due mesi “Le Breuil” (senza che nessuno a dire il vero se ne fosse accorto), cambierà di nuovo nome e tornerà a chiamarsi “Breuil-Cervinia”. Anzi “Le Breuil-Cervinia”. Ad annunciarlo la stessa sindaca: «Ho incontrato il presidente Renzo Testolin per cercare una soluzione al problema della denominazione. Al termine del confronto abbiamo deciso di avviare l'iter per la modifica del toponimo. Invieremo in tal senso una richiesta come Comune all'amministrazione regionale. La toponomastica fa parte della cultura e della ricerca storica dei nomi, ma nessuno voleva cancellare il nome Cervinia: è il nostro marchio, il nostro brand con cui siamo conosciuti in tutto il mondo». Parole a cui hanno fatto eco quelle disponibili del governatore: «La Regione si rende disponibile fin da subito a lavorare per ogni valutazione utile ad accogliere la richiesta». Si mette così fine alla querelle, che è sfociata persino in diatriba politica. I primi a entrare nella contesa sono stati i rappresentanti di Fratelli d'Italia: durissime le parole di Alessandro Urzì, capogruppo FdI in commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati, che ha parlato di «una furia ideologica che trova eguali solo nell'opera di rimozione dell'identità storica concepita dai talebani». Anche il ministro del Turismo, Daniela Santanché, era intervenuta: «Cervinia cambia nome e io non ne capisco il motivo. La nota località sciistica è riconosciuta in Italia e nel mondo come tale e un così drastico cambiamento non può che nuocere al settore turistico alberghiero e all'immagine di tutta la Valle d'Aosta».

Ma come è cominciato tutto?

La vicenda risale al 2011, quando fu avviata la procedura per arrivare alla determinazione ufficiale dei toponimi del piccolo paese valdostano. A sollecitare l'iter era stata l'Agenzia delle Entrate per fare chiarezza sull'anagrafe fiscale dei contribuenti. È stato un percorso lungo, spesso interrotto, condotto da una commissione comunale. Alla fine, nell'aprile scorso, l'allora giunta comunale guidata da Jean-Antoine Maquignaz (di cui tra l'altro faceva parte anche l'attuale primo cittadino Elisa Cicco) decise di dare il via libera alla modifica del nome con una delibera: da “Cervinia” a “Le Breuil”. Non è stata una leggerezza, gli amministratori erano consapevoli della pratica in atto. Doveva così sparire la denominazione introdotta nel 1934 per il villaggio nato nella conca sotto la Gran Becca. Un nome attribuito durante il fascismo, un nome che lassù non è mai stato amato come quello tradizionale (anche questo aspetto è stato sollevato nelle discussioni tra gli amministratori locali), un nome però che è conosciuto in tutto il mondo. Nell'aprile 2023 la giunta di Valtournenche ha approvato la delibera nella sua autonomia, la Regione ha ratificato il provvedimento a settembre. Ora il dietrofront che riporta la pace ai piedi del Cervino.

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