lunedì 19 settembre 2011
Le ultime dichiarazioni del Senatur sulla secessione pare non siano state gradite dal capo del governo. Mentre il segretario del Pdl ribadisce dal palco di Cortina che tutto il partito farà quadrato per difendere il premier dagli attacchi a cui è sottoposto in queste ultime settimane.
Voglia di politica di Luigino Bruni
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Nemmeno qualche ora nella villa a Lesa, sul lago Maggiore, riesce a rasserenare l'umore di Silvio Berlusconi. Alla rabbia per la pubblicazione di stralci di conversazioni con Giampaolo Tarantini, il premier deve aggiungere la crescente preoccupazione nella maggioranza per l'esito del voto, giovedì alla Camera, sulla richiesta di arresto per Marco Milanese, deputato del Pdl ed ex collaboratore di Giulio Tremonti.Una situazione complicata anche a causa dei rapporti sempre sul filo della tensione con la Lega Nord. Le ultime dichiarazioni di Bossi sulla secessione  pare non siano state gradite dal capo del governo: capisco che parla alla sua gente, avrebbe detto il Cavaliere a qualche fedelissimo, ma le uscite di Umberto non aiutano. Nonostante la settimana sia incandescente e resti nella maggioranza la paura per la pubblicazione di intercettazioni senza gli omissis, il premier ai suoi uomini continua a ripetere che il governo non ha nulla da temere e andrà avanti fino alla fine della legislatura. Un ragionamento, quello del presidente del Consiglio, che il segretario del Pdl Angelino Alfano ribadisce dal palco di Cortina dove per il fine settimana si è radunato il Pdl veneto: «Berlusconi non ci pensa proprio ad andare via», mette in chiaro l'ex Guardasigilli promettendo che tutto il partito farà quadrato per difenderlo dagli attacchi a cui è sottoposto in queste ultime settimane. Alfano ne approfitta poi per mettere a tacere quelle voci che parlando di un possibile accordo con l'Udc in cambio di un passo indietro di Berlusconi: «Il Pdl dice no alle larghe intese», ribadisce il segretario del partito. Un segnale volto a rassicurare i leghisti, da sempre contrari ad intese con Casini, ma che il segretario del partito indirizza la sottolineatura  anche alla pattuglia di malpancisti presenti nel Pdl e che nei giorni scorsi non ha fatto mistero di pensare a un governo con una maggioranza più larga.Insieme ai distinguo nel Pdl però il Cavaliere deve fare i conti con i malumori del Carroccio. A via dell'Umiltà il silenzio dei lumbard sulla pubblicazione delle intercettazioni che riguardano Berlusconi non è passato inosservato e sono molti i piddiellini a scommettere che in caso di voto segreto alla richiesta di arresto per Milanese, dal Carroccio possano arrivare brutte sorprese. Ecco perchè già oggi le diplomazie saranno al lavoro per scongiurare il peggio perchè è opinione diffusa nel Pdl  che l'eventuale arresto dell'ex collaboratore del ministro del Tesoro possa mettere a repentaglio la tenuta della maggioranza.
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