martedì 27 dicembre 2011
​L'attentato dinamitardo messo a segno la notte scorsa a Olbia contro la sede di Equitalia potrebbe essere un nuovo capitolo della campagna che la Federazione anarchica informale (Fai) sta portando avanti contro l'ente esattore.
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Nonostante manchi ancora una rivendicazione, l'attentato dinamitardo messo a segno la notte scorsa a Olbia contro la sede di Equitalia potrebbe essere un nuovo capitolo della campagna che la Federazione anarchica informale (Fai) sta portando avanti contro l'ente esattore. È questa la prima ipotesi degli investigatori che indagano sull'episodio di ieri notte a Olbia. A sostegno di questa ipotesi vi sarebbe il modo e il materiale usato per confezionare la bomba che ha danneggiato il portone di ingresso e la vetrata della sede Equitalia, in località Colcò, alla periferia di Olbia. Alcuni particolari ricondurrebbero ad altri ordigni usati per compiere attentati rivendicati dal Fai nell'utimo mese in varie parti d'Italia. Il 9 dicembre scorso l'episodio più clamoroso: un pacco bomba esploso tra le mani del direttore generale di Equitalia, Marco Cuccagna, provocandogli gravi lesioni. Le sedi di Equitalia in Sardegna, intanto, sono state messe sotto protezione, sia con presidi fissi, sia con controlli saltuari effettuate dalle pattuglie in servizio di prevenzione.
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