lunedì 12 giugno 2017
La partenza anticipata del rappresentante di Trump era già stata vista da molti come un segno dello scarso interesse a mediare. Il ministro Galletti: «L'impegno degli altri Grandi resta irreversibile»
I panda di cartapesta del Wwf con cui l'associazione ha occupato ieri mattina uno dei luoghi simbolo di Bologna, via Rizzoli, vicino alle Due Torri, in occasione dell'apertura dei lavori del G7 Ambiente

I panda di cartapesta del Wwf con cui l'associazione ha occupato ieri mattina uno dei luoghi simbolo di Bologna, via Rizzoli, vicino alle Due Torri, in occasione dell'apertura dei lavori del G7 Ambiente

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Si è chiuso a Bologna con una dichiarazione finale all'unanimità di tutti i partecipanti il G7 sul clima, con però una postilla degli Usa di non adesione alla sezione del comunicato relativa al cambiamento climatico e alle banche multilaterali di sviluppo.

Il G7 ambiente ha visto riuniti nel capoluogo emiliano, per discutere dei principali temi legati alla lotta all'inquinamento e alla difesa della sostenibilità ambientale, i rappresentanti di Italia, Gran Bretagna, Germania, Giappone, Francia, Stati Uniti e Canada; Paesi ospiti del summit Cile, Etiopia, Maldive e Ruanda.

Nella postilla, contenuta sotto la sezione 2 del documento, dedicata al cambiamento climatico, si legge: "Noi gli Stati Uniti d'America continuiamo a dimostrare attraverso l'azione, avendo ridotto la nostra impronta di CO2, come dimostrato dal raggiungimento a livello nazionale dei livelli di CO2 pre-1994. Gli Stati Uniti continueranno a impegnarsi con i partner internazionali chiave in un modo che sia coerente con le nostre priorità nazionali, preservando sia una forte economia che un ambiente salubre. Di conseguenza, noi gli Stati Uniti non aderiamo a queste sezioni del comunicato sul clima e le Mdb (banche multilaterali di sviluppo), agendo così rispetto al nostro recente annuncio di ritirarci e cessare immediatamente l'attuazione dell'Accordo di Parigi e gli impegni finanziari associati". La sezione 2 del documento comune, sul cambiamento, è firmata dunque soltanto dai ministri degli altri sei paesi del G7 e dall'unione Europea.

"Poteva essere un G7 della rottura ed invece è stato il G7 del dialogo" ha commentato il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti. Rilevando che "abbiamo lavorato per erigere ponti", Galletti ha ribadito che per sei dei sette Grandi (esclusi gli Usa) "l'accordo di Parigi sul clima è irreversibile, non negoziabile e l'unico strumento possibile per combattere i cambiamenti climatici" e ha auspicato "in futuro un dialogo con gli Usa". "I temi sui quali abbiamo trovato accordo - ha proseguito il ministro - sono la finanza sostenibile, l'economia circolare, l'efficienza delle risorse (approvando un'importante road map di Bologna), i rifiuti marini, l'impegno per l'Africa. Da questo G7 è emerso il legame profondo fra ambiente, società ed economia, per un nuovo modo di guardare al futuro".

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