sabato 29 dicembre 2018
Intervista all’ex presidente della Camera: «M5s-Lega? Mai visto niente di simile. Ci sono state già forzature, è vero, ma mai così e mai sulla legge di Bilancio»
L'ex presidente della Camera Laura Boldrini

L'ex presidente della Camera Laura Boldrini

COMMENTA E CONDIVIDI

«Il Parlamento è stato umiliato sulla legge portante dello Stato. Una cosa di enorme gravità che non può e non deve diventare un precedente. Altrimenti si rischia che anche in futuro non ci sia più una discussione sulla legge di Bilancio», denuncia Laura Boldrini. E, da ex presidente della Camera, assicura: «Mai visto niente del genere«.

Nessun precedente?
È la prima volta che, contravvenendo all’articolo 72 della Costituzione, la "madre" di tutte le leggi non viene discussa né alla Camera né al Senato. È capitato in passato che la legge di Bilancio fosse alternativamente esaminata a fondo da una Camera, e l’altra lo facesse meno. Ma mai che entrambe fossero silenziate. In più c’è stata la pantomima, in prima lettura, di un testo che sapevano bene non sarebbe stato quello "vero", in quanto era in corso la trattativa con la Ue. La Camera usata come sala di attesa del maxi-emendamento, poi presentato al Senato a scatola chiusa.

Strappi ci sono stati anche nella sua gestione, qualcuno ha ricordato la "ghigliottina".
Non dico di no. Ci sono state forzature da parte dei passati governi che non ho condiviso: la fiducia sulla legge elettorale, ad esempio. Detto questo, ho visto ai miei tempi questi signori dell’attuale maggioranza andare all’assalto dei banchi del governo e della presidenza al grido di "venduta!", "serva". Quanto alla "ghigliottina", si trattava di un decreto legge (su Imu-Bankitalia) su cui si erano svolte tutte le varie fasi di discussione ma l’ostruzionismo stava impedendo la votazione del provvedimento entro il limite di 60 giorni previsto dalla Costituzione.

Ma un presidente che può fare quando incombe ormai l’esercizio provvisorio?

Certo, i presidenti delle Camere non possono stabilire i tempi del governo che ha agito in modo sconsiderato, pensando di intimidire l’Europa con frasi del tipo "me ne frego", "non indietreggeremo di un millimetro", "lo spread me lo mangio a colazione", "sconfiggeremo la povertà". Poi la gioia del tutto immotivata dal balcone. Ma si è finito per ritornare a Canossa, facendo a gara su chi dovesse andare a negoziare con Juncker, al punto che Salvini a piazza del Popolo ha chiesto ai suoi militanti la delega a farlo, esautorando - pari pari come era avvenuto sul Global compact - il presidente Conte. Tutte sceneggiate, tutto tempo perso, cha ha portato a screditare le istituzioni e a bruciare i risparmi degli italiani.

Il governo già si rimangia alcune scelte, come il raddoppio dell’Ires per il non profit.

Sarei curiosa di capire quale idea di società vi fosse dietro quella previsione. Se c’era l’idea di sostituire il lavoro del Terzo settore con il reddito di cittadinanza, è assurdo: il non profit non si occupa solo di povertà, ma anche di assistenza agli anziani, ai disabili, a persone bisognose. Poi hanno detto: «Ci siamo sbagliati». Dimostrando un livello di azzardo, di improvvisazione, inaccettabile. E comunque non mi fido. Dove troveranno, mi chiedo, quei milioni che verranno a mancare, con l’Europa che a febbraio farà il primo test?

E l’opposizione?
In aula ha fatto il possibile in un clima molto teso dove non sono mancate provocazioni e toni sopra le righe, cose inaccettabili in un’aula parlamentare.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: