lunedì 22 dicembre 2014
Inchiesta della procura dell'Aquila nei confronti di un gruppo clandestino che progettava attentati contro obiettivi istituzionali. 31 persone indagate.
COMMENTA E CONDIVIDI
​Blitz antiterrorismo dei carabinieri del Ros: 14 gli arresti in corso di esecuzione in varie regioni italiane su disposizione della magistratura dell'Aquila nei confronti di un gruppo clandestino che, richiamandosi agli ideali del disciolto movimento neofascista "Ordine Nuovo", progettava "azioni violente contro obiettivi istituzionali". Nell'ordinanza di custodia cautelare si contestano i reati di associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico ed associazione finalizzata all'incitamento, alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Contestualmente agli arresti sono in corso delle perquisizioni a carico di altri 31 indagati.    Al centro delle indagini del Ros, riferiscono gli investigatori, un gruppo che sulle orme di "Ordine Nuovo" aveva messo in cantiere azioni violente nei confronti di "obiettivi istituzionali", allo stato non meglio precisati, utilizzando i social network come "strumenti di propaganda eversiva". I carabinieri hanno anche documentato i ripetuti tentativi degli indagati di reperire armi, tramite una rapina già pianificata o mediante approvvigionamenti all'estero. I particolari dell'operazione saranno resi noti in una conferenza stampa che si terrà alle 10.30 presso la procura della Repubblica dell'Aquila.Nell'operazione dei carabinieri del Ros disposta dalla magistratura dell'Aquila, i militari hanno arrestato una persona a Milano ed hanno eseguito anche alcune perquisizioni nel capoluogo lombardo.Delle 14 ordinanze di custodia cautelare emesse nell'ambito dell'operazione "Aquila Nera", 11 sono in carcere e tre ai domiciliari, nei confronti di altrettanti indagati per "associazione e con finalità diterrorismo o di eversione dell'ordine democratico e associazionefinalizzata all'incitamento alla discriminazione o alla violenzaper motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi". In particolare, le indagini sono partite attorno al gruppo guidato da Stefano Manni, 48 anni, originario di Ascoli Piceno ma residente a Montesilvano, il quale vanta un legame di parentela con Gianni Nardi, terrorista neofascista che negli anni '70 insieme a Stefano Delle Chiaie, Giancarlo Esposti eSalvatore Vivirito, era uno dei maggiori esponenti di Ordine Nuovo. Oltre ad attentati a magistrati, secondo l'accusa il gruppo avrebbe elaborato un piano "volto a mirare la stabilità sociale attraverso il compimento di atti violenti" nei confronti di Prefetture, Questure e uffici di Equitalia e anche previsto, in un secondo momento di partecipare alle elezioni politiche con un proprio partito.  Stando a quanto dichiarato in conferenza stampa dal generaleMario Parente, Comandante Nazionale dei Ros, e dal Procuratoredella Repubblica dell'Aquila, Fausto Cardella, il gruppo avrebbe "utilizzato il web ed in particolare il social network Facebook come strumento di propaganda eversiva, incitamento all'odio razziale e proselitismo". A tal riguardo Manni aveva realizzato un doppio livello di comunicazione: in uno con un profilo pubblico lanciava messaggi volti ad alimentare tensioni sociali e a suscitare sentimenti di odio razziale in particolare nei confronti di persone di colore in un altro, con un profiloprivato limitato ad un circuito ristretto di sodali, discuteva le progettualità eversive del gruppo. Secondo quanto si è appreso sarebbero coinvolti anche due aquilani.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: