giovedì 7 dicembre 2023
Attivisti per il clima hanno imbrattato l'esterno della Basilica. Condanna unanime e ferma delle istituzioni: gesto gravissimo e inqualificabile. Il dissenso non si esprime deturpando il patrimonio
Attivisti del clima imbrattano la basilica di San Marco a Venezia

Attivisti del clima imbrattano la basilica di San Marco a Venezia - Ansa

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«Amiamo Venezia», dicono. Poi però lanciano con gli estintori Nesquik sulla facciata laterale destra della Basilica di San Marco e versano fango sulle colonne. Gli attivisti di Ultima Generazione colpiscono ancora. La scorsa primavera era toccato alla statua di Vittorio Emanuele a cavallo nella piazza del Duomo di Milano, imbrattata di vernice gialla (e ripulita con un intervento costato 30mila euro e grazie a uno sponsor privato). Ieri il blitz a Venezia: intorno alle 11.30, sei cittadini aderenti alla campagna “Fondo Riparazione” promossa dall’associazione ambientalista, hanno effettuato un'azione di disobbedienza civile a Venezia. Dopo l’atto vandalico hanno srotolato uno striscione e un cartello con le foto dei dodici attivisti che sono rimasti in carcere per tre giorni, dopo un blocco stradale a Fiumicino, prima di ricevere sempre ieri la misura cautelare di obbligo di dimora. Pochi minuti e sono arrivate le forze dell'ordine che hanno portato via i manifestanti.

La protesta degli attivisti del clima a Venezia

La protesta degli attivisti del clima a Venezia - Ansa

«Venezia a breve sarà sott'acqua, non ci sarà più niente di tutto questo. Sarà coperta dal fango e moriremo», ha detto uno degli attivisti. «Se amate questa città così come l'amiamo noi, chiedete insieme a noi al governo di eliminare i combustibili fossili». I dimostranti si sono rivolti ai turisti, traducendo in inglese i loro slogan affinché tutti potessero capire il motivo della loro azione. «Venezia è condannata, dobbiamo agire ora. Serve un fondo di riparazione», hanno gridato verso la piazza, reggendo uno striscione che richiamava proprio alla necessità dello stanziamento, in cima alla lista delle priorità di Ultima Generazione. Nelle dimostrazioni fatte in tutt'Italia, hanno ribadito la richiesta di un fondo preventivo e permanente di 20 miliardi di euro sempre pronti a essere spesi per ripagare i danni da calamità ed eventi climatici estremi. Ma si può imbrattare, sporcare e manifestare per dire questo? Chi pulisce e ripaga dei danni al patrimonio di proteste e manifestazioni così estreme? È questa la soluzione per attirare l’attenzione e “ripagare” il pianeta?

Attivisti del clima imbrattano la basilica di San Marco a Venezia

Attivisti del clima imbrattano la basilica di San Marco a Venezia - Ansa

«Un gesto gravissimo e vergognoso che condanniamo fermamente», interviene subito il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. «Ora basta, è legittimo esprimere il proprio dissenso, ma sempre rispettando la legge e il nostro patrimonio culturale e religioso - ha continuato il primo cittadino -. Sulla difesa dell'ambiente la nostra città opera con azioni concrete. Non è il vandalismo il metodo corretto per trovare soluzioni». «Questa non è la modalità giusta. Rispetto al massimo le proteste democratiche di tutti, ci mancherebbe, soprattutto se riguardano temi così importanti come quello del cambiamento climatico. Abbiamo appena concluso la Cop 28 e mi sembra di capire che da lì grandi segnali non ne siano usciti», aggiunge il presidente del Veneto, Luca Zaia. «Da qui a imbrattare la Basilica di San Marco piuttosto che altri edifici direi decisamente no - continua -. Basti pensare che questo imbrattamento poi si tradurrà in un peggioramento del clima. Perché? Perché ci sarà più emissione di Co2, qualcuno metterà in moto delle auto per mandare degli operai lì a pulire, ci saranno dei macchinari che verranno accesi, dell'energia elettrica che verrà utilizzata. A me sembra quasi un controsenso».

Le forze dell'ordine bloccano gli attivisti che hanno imbrattato la Basilica di San Marco a Venezia

Le forze dell'ordine bloccano gli attivisti che hanno imbrattato la Basilica di San Marco a Venezia - Ansa

Dure le parole di condanna dell'azione da parte del proto della Basilica di San Marco, l'architetto Mario Piana, che ha il delicato compito di progettare dirigere e certificare gli interventi di conservazione della Basilica. «Non può definirsi, come nelle intenzioni degli eco-vandali, un allarme antincendio, ma un gesto vile e inqualificabile quello posto in essere oggi a Venezia. Uno sfregio a uno dei simboli più illustri del patrimonio culturale nazionale che va sanzionato con fermezza - ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano -. Il Senato ha già approvato il disegno di legge varato dal governo che punisce gli eco-vandali costringendoli a pagare di tasca propria il ripristino delle opere – conclude il ministro -. Attendiamo il via libera definitivo della Camera. Chi danneggia paga economicamente in prima persona». Venezia si può amare in tanti modi. Non certo imbrattando la Basilica di San Marco. Con fango e Nesquik.

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