martedì 2 luglio 2013
Dopo quello di giovedì a Giugliano, domenica ennesimo rogo a Santa Maria La Fossa. Ma la coincidenza sembra da escludere. Nei prossimi mesi dovrebbero partire i bandi per le bonifiche: si tratta di molti soldi in arrivo su cui la camorra ha messo gli occhi. Il ministro Orlando affida le verifiche sull’accaduto ai carabinieri del Noe, la Regione chiede all’Arpac un rapporto sui roghi.
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Per l’incendio della discarica delle ecomafie a Giugliano, acceso lo scorso giovedì, si muovono il ministro dell’Ambiente, la Regione Campania e il Commissario antiroghi. Per capire cosa sia successo, i danni e i rischi, ma anche le responsabilità, cosa ci sia dietro a questo grave fatto. Non l’unico. Infatti domenica c’è stato il bis con l’incendio appiccato a un’altra enorme discarica, anch’essa sequestrata dalla magistratura. Si tratta della "Parco Saurino 1" nel comune di Santa Maria La Fossa, in provincia di Caserta, altra area a forte concentrazione di discariche, legali e non. Sempre "terra dei fuochi" e dei veleni. Una coincidenza? Da queste parti è difficile.Nei prossimi mesi, infatti, a cominciare da settembre dovrebbero partire i bandi per le bonifiche. Guarda caso tra i siti interessati proprio Giugliano e Santa Maria La Fossa. Molti soldi in arrivo e, come più volte accertato dalle inchieste della magistratura, la camorra ci ha messo sopra gli occhi, mettendo in campo la propria abilità imprenditoriale, ma senza dimenticare il proprio stile di intimidazione. È questo il motivo dei due incendi in appena tre giorni? Toccherà accertarlo alle Forze dell’ordine (il ministro dell’Ambiente, Orlando ha messo in campo i carabinieri del Noe) e ai tecnici regionali. Ma già qualche sospetto c’è. «Stanno preparando il terreno», commenta seccamente un magistrato impegnato in inchieste sulle ecomafie.Anche l’assessore regionale all’Ambiente, Giovanni Romano avanza varie ipotesi, tutte inquietanti: «Forse con le fiamme si vuole mascherare qualcosa, o nascondere nuovi scarichi, o ancora inserirsi nelle bonifiche: hanno capito che il piatto è ricco». Sospetti suffragati da una conseguenza immediata. Per "Parco Saurino 1" erano già state fatte tutte le attività preliminari alla bonifica che ora con le fiamme «sono vanificate e bisognerà ricominciare daccapo. Tutto molto strano», aggiunge Romano che pone una precisa domanda: «Chi doveva sorvegliare?». Ricordando che in questo caso la discarica è affidata alla Gisec, la società provinciale per la gestione degli impianti per i rifiuti. Incendio scoppiato in pieno giorno, attorno alle 15 di domenica e spento dopo quattro ore grazie all’intervento di tre squadre dei vigili del fuoco, sotto pressione in questi giorni. Meno danni che a Giugliano, ma da non sottovalutare. Proprio per questo l’assessore ha chiesto all’Arpac un rapporto sugli incendi, sia per verificare danni e rischi, sia per accertare le responsabilità, soprattutto per quanto riguarda la sorveglianza. Un vero disastro su disastro. Così Romano si dice d’accordo con l’ipotesi estrema lanciata dal pm della Dda di Napoli, Cesare Sirignano di «sfollare le popolazioni» se non si riesce a capire quali veleni sia stati interrati in questa aree. «Ha ragione – ammette l’assessore –. L’unica mossa intelligente sarebbe una sorta di "quarantena". Questa è terra di nessuno, anzi di camorra, dove regna l’omertà».Dell’incendio della discarica di Giugliano, l’assessore Romano ha parlato ieri a Roma in un incontro programmato da tempo col ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando. Il ministro ha attivato i carabinieri del Noe per accertare quanto accaduto, conseguenze e responsabilità. «Mi ha assicurato – riferisce Romano – che la situazione nell’area di Giugliano è per lui una di quelle in maggiore evidenza». Ne riparleranno giovedì in un nuovo incontro. Anche perché la questione delle discariche e dei ritardi nelle bonifiche sono motivo della procedura di infrazione della Ue e della conseguente megamulta. Anche per questo i ripetuti incendi preoccupano perché potrebbe ritardare gli interventi. E forse qualcuno punta anche su questo, ai limiti del "sabotaggio".Un immediato rapporto per l’incendio di giovedì a Giugliano è stato chiesto ai vigili del fuoco intervenuti dal Commissario antiroghi, Donato Cafagna. «Telefonicamente mi hanno già confermato che le fiamme hanno distrutto la copertura dei teloni di plastica, facilitate dalla presenza dell’erba cresciuta al di sopra. Ora attendo da loro una relazione scritta». E, aggiunge, «solleciterò un incontro con la commissione prefettizia che guida il comune di Giugliano, sciolto per infiltrazione camorrista.L’ho già chiesto più volte senza avere risposta. Invece è fondamentale creare un rapporto di collaborazione, anche con le associazioni di volontariato. Dove è stato fatto si sono cominciati a vedere dei primi ma importanti risultati».Ma i roghi non si fermano. Ieri, su via Tre Ponti, non lontano dalla discarica incendiata a Giugliano e da altre discariche ad alto rischio (Resit, Masseria del Pozzo, Taverna del Re) sono stati appiccati tre roghi con copertoni e frigoriferi. E questi ultimi sono una novità. Il dramma della "terra dei fuochi" non finisce mai di stupire.
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