martedì 21 aprile 2020
Preoccupa sempre la Lombardia, aumentano decessi e nuovi casi. Arcuri: "Con ventilatori e mascherine siamo a posto"
Ancora giù gli attuali contagiati, meno 528. Ma salgono i morti: 534

Fotogramma

COMMENTA E CONDIVIDI

Scende ancora il totale degli attuali contagiati, secondo giorno consecutivo e calo assai più netto del primo. Non è mai stato così alto il numero di dimessi e guariti. Però tornano ad aumentare i morti. Ecco l’aggiornamento quotidiano (insieme ai numeri dei giorni precedenti) sulla situazione del nostro Paese, pubblicato sul sito dal Dipartimento della Protezione Civile. I malati attuali scendono anche oggi e parecchio, meno 528 (ieri meno 20), mentre il numero dei nuovi contagi “al lordo” di decessi e guariti sale leggermente, 2.729 (2.256). I tamponi effettuati ieri sono 52.126 (domenica 50.708 e ieri 41.483), la percentuale di positività scende al 5,2% (ieri 5,4%), quindi resta ai minimi dall'inizio.

Il totale degli attuali positivi accertati in Italia quindi cala a 107.709 (venerdì 106.962, sabato 107.701, domenica 108.273 e ieri 108.273).

Il numero dei decessi, dopo tre giorni sotto i 500, purtroppo sale, 534 (martedì 602, mercoledì 578, giovedì 525, venerdì 575, sabato 482, domenica 433 e ieri 454) portando il totale a 24.648.

I ricoverati nelle terapie intensive scendono a 2.471 (venerdì 2.812, sabato 2.733, domenica 2.635 e ieri 2.537). Sono ricoverate in reparti ordinari 24.134 persone (ieri 24.906). Mentre si trovano in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi 81.104 persone, 75% degli attuali positivi (stessa percentuale di ieri). Infine, i guariti sono 2.733 (ieri 2.256) e portano il numero complessivo dall’inizio della pandemia a 51.600, superando così il muro dei 50mila.

A livello locale, vediamo tre Regioni. Aumentano i nuovi casi in quella più colpita, la Lombardia: 960 (ieri 735). Crescono i decessi, 203 (163 ieri). Però rispetto sempre a ieri triplicano i guariti, 1.366 (ieri 482).

Nel Lazio rispetto a ieri si registrano “80 nuovi casi di positività, terzo giorno consecutivo sotto 100 e trend al 1,3%. Dobbiamo proseguire e stabilizzare questa discesa", dice l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato: "Si amplia la forbice tra coloro che escono dalla sorveglianza domiciliare (17.993) e coloro che vi entrano (10.728), 7.265 in meno - continua -. I guariti salgono di 29 unità, per un totale di 1.130. I decessi sono 14. Infine è stata superata la soglia dei 100 mila tamponi” e “di questi, oltre 9 su 10 negativi”. A Roma città i nuovi casi sono 46 (ieri 23).

In Campania altro incremento di guariti: 872 (126 più di ieri). Ci sono purtroppo 8 morti (in tutto 317). E dopo gli ultimi giorni, sono tornati a salire i contagi: 61 nuovi positivi (41 ieri), ma trend che resta in discesa. I tamponi effettuati ieri sono 2.458 (percentuale di positività al 2,48%).

Nel frattempo Arcuri è molto soddisfatto. “Ci sono più ventilatori che ricoverati nelle terapie intensive". Le mascherine sono tante, quindi “questo argomento possiamo accantonarlo”. L’Italia “è il Paese che ha fatto più tamponi in relazione con la popolazione”. Ed “è una farsa immaginare che possa uscire soltanto chi ha scaricato” l’app di tracciamento dei contatti. Detto tutto questo, il Commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, non accelera: “Cautela e prudenza non dobbiamo abbandonarle. Il virus è meno forte e più conosciuto, ma non è stato sconfitto o allontanato”, dunque “niente decisioni frettolose" in merito alle riaperture. Intanto ad Aosta un bimbo è nato positivo. Andiamo per ordine.

Le mascherine. "Ci sono 40,3 milioni di mascherine nei magazzini delle Regioni, il numero è aggiornato a ieri - fa sapere il Commissario -. Serviranno per fronteggiare picchi di domanda o rigurgiti dell’emergenza. Ormai questo argomento delle mascherine lo possiamo accantonare, ha lasciato il passo a ulteriori questioni”. Così “continuiamo una massiccia distribuzione". Infine un elogio alla "trasparenza delle Regioni che dichiarano di averne un po’ più di quante servano loro".

I tamponi. Arcuri snocciola i numeri: “Su 100mila abitanti, la Francia ha fatto 510 tamponi, la Gran Bretagna 710, la Spagna 1.990, la Germania 2.063 e l’Italia 2.244". Ad oggi,” vengono distribuiti 250mila tamponi al giorno alle regioni e l’aumento di quelli eseguiti è del 500% rispetto a un mese fa: erano 182mila, oggi sono oltre un milione”.

La App. "E’ una farsa immaginare che possa uscire soltanto chi ha scaricato l’app”. spiega il Commissario: "Il contact tracing è una modalità per garantire che in qualche modo vengano conosciuti e tracciati i contatti che le persone hanno, ed è molto importante se qualcuno si contagia”. Poi però precisa anche come “l’alternativa sarebbe non alleggerire le misure, privandoci di quote importanti della nostra libertà come in queste settimane è accaduto".

A proposito: "Ci saranno “novità importanti” dal 4 maggio, che “riguardano le riaperture - dice il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà -. Riprenderemo la nostra vita facendo i passi con prudenza e precauzione, l’unico modo per poter uscire da questa emergenza".

All'ospedale di Aosta, intanto, un bimbo nato nei giorni scorsi è risultato positivo al coronavirus. La mamma avrebbe partorito con trentotto di febbre e al piccolo il tampone, appunto positivo, sarebbe stato effettuato il giorno dopo la nascita. La notizia non viene, al momento, ufficialmente confermata dall’ospedale Beauregard del capoluogo valdostano "per motivi di privacy" . Tuttavia in questi giorni si sarebbero verificati altri casi di neonati positivi nel nosocomio di Aosta.

Il reparto di Ostetricia e ginecologia del Beauregard ha attivato dalla scorsa settimana un protocollo che prevede l’effettuazione di tamponi alla trentottesima o trentanovesima settimana di gestazione. Protocollo necessario “a garantire il massimo livello di sicurezza per le nostre assistite, che vengono sottoposte al tampone anche al momento del ricovero pre-parto”, spiega Silvio Leo, direttore del reparto.

Questa procedura del doppio tampone permette anche “di poter fare entrare in sala parto, con le dovute attenzioni e con le opportune protezioni, anche i papà eventualmente "asintomatici" - continua Leo -, che potranno così assistere al parto al fianco della mamma e accedere anche al reparto, seppur con alcune limitazioni e salvo, naturalmente, controindicazioni".

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: