domenica 23 giugno 2019
La piccola è arrivata in ospedale con lividi ed è morta poco dopo, lunedì l'autopsia. I genitori sono indagati per omicidio, il padre è stato arrestato. La famiglia era conosciuta dai servizi sociali
L'esterno del Pronto soccorso dell'ospedale Umberto I di Nocera Inferiore (Salerno), dove è morta una bambina di otto mesi,  22 giugno 2019 (Ansa)

L'esterno del Pronto soccorso dell'ospedale Umberto I di Nocera Inferiore (Salerno), dove è morta una bambina di otto mesi, 22 giugno 2019 (Ansa)

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Un mazzo di fiori bianchi. L’ha lasciato uno sconosciuto sulla porta di casa della piccola Iolanda, morta a soli otto mesi coperta di lividi ed escoriazioni. Soltanto l’ultima vittima di un’escalation di violenza verso i più piccoli, che conta già cinque infanticidi dall’inizio dell’anno. Una recrudescenza che interroga le comunità e le sollecita a una ripresa dell’educazione, a partire dalla famiglia.

L’inferno di Iolanda si è consumato a Sant’Egidio del Monte Albino, nel Salernitano. E anche stavolta si tratterebbe di una tragedia annunciata, maturata in un contesto di profondo degrado familiare noto ai vicini e alle autorità. Proprio sui genitori della piccola, che è arrivata già senza vita nella disperata corsa notturna al vicino ospedale Umberto I di Nocera Inferiore, si concentrano le indagini condotte dalla squadra mobile di Salerno e dal locale commissariato di polizia, coordinati dalla procura di Nocera.

Le ferite riscontrate sul corpo della bimba hanno subito allarmato i medici dell’ospedale. Nella giornata di sabato gli inquirenti hanno ascoltato i genitori della bambina. I due prima sono stati indagati per concorso in omicidio, ma non sono stati tenuti in stato di fermo. Poi domenica sera l'uomo, Giiuseppe P., è stato arrestato e la sua accusa si è trasformata in omicidio colontario e omissione volontario, mentre la madre è indagata a piede libero per concorso nello stesso delitto.

Gravano in particolare sul padre della piccola alcuni precedenti penali e seri problemi di tossicodipendenza. Nelle ultime settimane l’uomo era fuggito da una comunità di recupero. Dalle prime testimonianze raccolte fra i vicini della coppia emerge anche che la mamma della piccola sarebbe stata più volte vittima di violenze da parte del marito: violenze mai denunciate alle autorità. Tuttavia le liti erano note ai vicini, che spesso sentivano piangere i bambini (la coppia ha un altro figlio di due anni).

La situazione di degrado in cui vivevano i due bambini era peraltro nota alle istituzioni locali e alla magistratura, come ha confermato il sindaco di Sant’Egidio del Monte Albino, Nunzio Carpentieri: «Il 15 giugno è arrivata una comunicazione ufficiale da parte della procura in merito all’attivazione di un monitoraggio sulla famiglia. Noi quindi li seguivamo ed eravamo a conoscenza delle problematiche. I nostri servizi sociali hanno anche effettuato delle visite. Però c’è anche da dire che nessuno aveva mai presentato una denuncia ufficiale in merito a violenze: né la mamma dei bimbi né tantomeno i familiari. Di sicuro è un fatto sconvolgente, ed è altrettanto certo che qualcosa non ha funzionato. Cercheremo di capire cosa».

Mentre i servizi sociali del Comune stavano cercando di capire quale provvedimento potesse essere adottato per tutelare i due piccoli, è sopraggiunta la morte della bimba. Ora tutti in paese e nel quartiere San Lorenzo, dove viveva la piccola, si chiedono se intervenendo prima si poteva evitare questa tragedia.

I magistrati di Nocera hanno posto sotto sequestro il corpo della piccola, su cui lunedì sarà effettuata l’autopsia. Sabato, intanto, un primo esame esterno ha rivelato le lesioni sul corpo della bambina. Si tratterebbe, dicevamo, dell’ennesimo caso di infanticidio maturato in un contesto familiare. Sono già quattro i casi simili registratisi in Italia nel 2019. Tutti omicidi maturati in contesti familiari difficili, che ora interrogano le comunità sugli anticorpi da mettere in campo per fermare queste tragedie, che colpiscono i più piccoli e indifesi.

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