venerdì 27 marzo 2009
Il sottosegretario all'emergenza rifiuti ha inviato alle Camere il primo bilancio sulla situazione: nel 2009 un rosso di 830 milioni, causato dalle precedenti gestioni commissariali e dalle somme da versare per i numerosi contenziosi.
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    Ottocentotrenta milioni di eu­ro: è il 'rosso' previsto per il 2009 per la gestione rifiuti in Campania. E l’emergenza 'monnez­za' diventa emergenza soldi. Da tira­re fuori. Ma non ci sono. A lanciare l’allarme è Guido Bertolaso, capo del­la Protezione civile e sottosegretario all’emergenza rifiuti in Campania, nella 'Prima relazione al Parlamen­to', inviata alle Camere negli scorsi giorni e che Avvenire può anticipare. «La differenza tra entrate e uscite pre­vista nel 2009 – scrive Bertolaso – è imponente e di assoluta gravità». E, aggiunge, «la carenza di risorse costi­tuisce, al momento, il maggiore im­pedimento al completa­mento degli interventi posti in essere per il definitivo su­peramento della situazione emergenziale in atto». Que­sta carenza, avverte paven­tendo una nuova crisi, «rap­presenta un ostacolo al re­golare svolgimento del ser­vizio di smaltimento dei ri­fiuti per l’anno 2009». A pesare di più sono i debiti delle pre­cedenti gestioni commissariali e, an­cora di più, le cifre da versare per i contenziosi davanti a varie autorità giudiziarie, più di duemila giudizi pendenti. In tutto quasi un miliardo e 690 milioni di euro a fronte di en­trate previste per appena 382 milioni di euro. Una vera e propria voragine. E anche se si riuscisse ad pagare so­lo il 50% del contenzioso, il disavan­zo a fine anno sarebbe, appunto, di ben 830 milioni di euro. Anche qui le parole della Relazione sono chiaris­sime. «In conclusione, si può affer­mare che molto è stato fatto, ma an­cora impegnativo e gravoso è il lavo- ro da fare per il raggiungimento de­gli obiettivi prefissati stante l’attuale scarsa disponibilità finanziaria. In­fatti – prosegue il sottosegretario –, con le entrate da varie fonti riscosse nel secondo semestre del 2008 am­montanti a 170.088.472,42 euro, ab­biamo potuto effettuare pagamenti per 105.730.176,60 euro. Con la di­sponibilità di cassa al 31.12.2008 e confidando sulle entrate derivanti da crediti maturati sulla tariffa smalti­mento rifiuti, accertate ma non an­cora riscosse, considerata la notevo­le mole di contenzioso ancora in es­sere, se non ci fossero ulteriori tra­sferimenti statali si dovranno preve­dere situazioni di grave criticità». E qui viene la frase chiave che, come a sottolinearne la gravità, Bertolaso scrive il neretto: «Si è stimato che, se si dovesse far fronte anche all’ottem­perenza delle sentenze passate in giu­dicato, con un petitum stimato solo al 50%, ci sarebbe un disavanzo di cassa previsto per euro 830.109.653,44». Il fronte dei contenziosi (che riguar­dano soprattutto le imprese) è enor­me e c’è veramente di tutto: Tribuna­le civile, Tar, Sezione lavoro, Collegio arbitrale, Corte d’Appello Civile, Tri­bunale Penale, Giudice di Pace. E si ar­riva, appunto, alla cifra di più di 1 mi­liardo e 164 milioni di euro. Per difet­to. Infatti, si legge ancora, «risultano, inoltre, complessivamente 69 giudi­zi a valore indeterminato. Occorre te­ner conto, inoltre, delle ulteriori som­me da corrispondere a titolo di inte­ressi legali, interessi di mora e spese legali». E proprio per queste ultime, peraltro, si stanno operando grossi ri­sparmi utilizzando personale inter­no alla struttura. «Occorre evidenzia­re – scrive Bertolaso – la positività dei risultati finora conseguiti, sotto il pro­filo del risparmio di pubblico dena­ro ». È un’evidente critica alle passate gestioni commissariali. «Le note spe­se e diritti per gli avvocati del libero foro, per tali cause, recavano media­mente una spesa di circa 500 euro per lite che, moltiplicato per 2.000 giudi­zi pendenti, avrebbe comportato u­scite pari a 1.000.000 di euro solo per il primo grado di giudizio». Soldi ora risparmiati. Notizie negative, invece, sul fronte delle entrate. In particolare per le tariffe di smaltimento dei rifiuti che i comuni dovrebbero ver­sare alla struttura commis­sariale per l’attività svolta. Di fronte alla perdurante morosità dei comuni, la legge n.21 del 27 gennaio 2006 e poi anche l’ordi­nanza n. 3657 del 20 febbraio 2008, prevedono che quanto dovuto sia prelevato dalle somme attribuite dal ministero dell’Interno ai comuni a ti­tolo di trasferimenti erariali. E que­sto si è fatto, incassando circa 23 mi­lioni di euro. Facendo scattare i ri­corsi. «Tale ordinanza – scrive anco­ra Bertolaso – è stata oggetto di im­pugnativa davanti al Tar del Lazio da parte di alcuni comuni che ne chie­dono l’annullamento, previa sospen­siva. Il giudizio risulta tutt’ora pen­dente nel merito anche se la richiesta di sospensiva è già stata rigettata dal Tar». Duro il commento del sottose­gretario. «Appaiono del tutto illogi­che e contraddittorie le doglianze dei comuni in merito all’illegittimità del­la riduzione dei trasferimenti eraria­li che priverebbe gli enti locali delle ri­sorse finanziarie necessarie per l’e­spletamento delle proprie funzioni pubbliche. Ciò in quanto – sottolinea Bertolaso – esse costituiscono il cor­rispettivo dovuto per lo smaltimento dei rifiuti presso gli impianti di sele­zione regionale per l’esercizio di una attività pubblica». E comunque «la ri­scossione avviene dilazionata nel tempo mediante la riscossione di ra­te quadrimestrali, anche al fine di e­vitare alle amministrazioni situazio­ni deficitarie di cassa». Anche perché a fronte di crediti dei comuni per più di 223 milioni di euro, i «versamenti spontanei» sono stati di appena 16 milioni. Quindi, avverte Bertolaso, «nei confronti dei comuni inadem­pienti si continuerà ad operare fino alla completa estinzione del loro de­bito ». Non basterà per coprire il 'ros­so' ma almeno ci si prova.
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