venerdì 8 giugno 2012
​Il leader del Pd Pier Luigi Bersani ha proposto oggi un "patto dei democratici e dei progressisti" alle forze del centrosinistra e della società civile per le prossime elezioni, - con "primarie aperte" da tenersi entro l'anno per il candidato premier - e un "patto di legislatura" con i moderati per l a "ricostruzione del Paese".
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Il leader del Pd Pier Luigi Bersani ha proposto oggi un "patto dei democratici e dei progressisti" alle forze del centrosinistra e della società civile per le prossime elezioni, - con "primarie aperte" da tenersi entro l'anno per il candidato premier alle quali ha già annunciato la propria candidatura - e un "patto di legislatura" con i moderati per l a "ricostruzione del Paese".Nella sua relazione alla direzione nazionale, in cui ha confermato l'obiettivo di votare nella primavera del 2013 pur chiedendo al governo tecnico di dare "qualche segnale concreto" per favorire la crescita, Bersani ha parlato di "Patto dei democratici e dei progressisti per il futuro dell'Italia, per la ricostruzione e il cambiamento alternativo alle idee e alle pulsioni populiste"."Lo propongo non solo ai partiti di un centrosinistra di governo ma ad associazioni, movimenti, liste civiche, sindaci e amministratori, singole personalità", ha detto Bersani. "Si proceda entro l'anno a primarie aperte per la scelta del candidato dei democratici e progressisti alla guida del Paese. Io mi candido", ha aggiunto.In precedenza, Bersani aveva parlato di un "centrosinistra di governo aperto a un patto di legislatura con forze democratiche e civiche moderate". E dunque la proposta di primarie non sembra estesa anche ai moderati, anche se fonti del Pd spiegano che dipenderà dal sistema elettorale con cui si voterà e dall'eventuale presenza di "personalità moderate".La proposta di primarie di Bersani per il momento ha ricevuto commenti positivi da Sel, che ha parlato di "buon proposito", mentre il leader dell'Idv Antonio Di Pietro - a cui il segretario Pd ha posto un aut aut: stop agli attacchi o niente alleanza - ha detto in un comunicato che "non siamo noi che dobbiamo dire se vogliamo fare la coalizione o meno, ma è Bersani che deve dire esplicitamente quale sia il programma che intende portare avanti. Noi da parte nostra, a scatola chiusa, non intendiamo accordarci con nessuno". NO AL SEMIPRESIDENZIALISMONel suo discorso di oggi, Bersani ha chiuso definitivamente la porta alla proposta di riforma costituzionali in senso semipresidenzialista avanzata dal Pdl, e ha chiesto invece tre settimane per trovare un'intesa col partito di Angelino Alfano - e con l'Udc - su una nuova legge elettorale."Il semipresidenzialismo non è la nostra opzione. È legittima ma non praticabile in questa legislatura", ha detto Bersani, ribadendo la preferenza del Pd per un sistema elettorale a doppio turno di collegio. "Ma non diciamo: o è così o ci teniamo il Porcellum", cioè il sistema elettorale attuale.E rivolto ad Alfano, che proprio oggi propone le primarie anche per indicare il prossimo candidato premier del centrodestra, Bersani ha detto: "Tre settimane e si decida se c'è l'accordo o no, e si decida all'aperto: ai primi di luglio dobbiamo sapere con ragionevole certezza quale sarà la direzione". UNA LEGISLATURA "DI SALVEZZA""Tocca a noi giocarcela" per il prossimo governo, ha detto Bersani ai dirigenti del Pd, pur prefigurando una legislatura, quella post-2013, che "dovrà occuparsi ancora della salvezza dell'Italia e dell'Europa, perché non avremo un problema politico risolto"."Se ci va bene, saremo fuori dal rischio, diciamo dalla prognosi riservata", ha aggiunto il leader democratico.E fino alle elezioni, ha spiegato Bersani, "saranno mesi nei quali la questione sociale rimarrà molto acuta: abbiamo davanti a noi mesi di recessione e non è facile prevedere un attenuarsi delle tensioni".Nei giorni del terremoto in Emilia-Romagna, regione di cui è stato presidente, Bersani dice che il Pd deve investire sulla "faglia che si è aperta fra grande parte dei cittadini e il sistema che nel profondo è un bisogno di sentirsi comunità e l'impossibilità di esserla perché la politica ha ormai un suono che tantissima gente non sente".
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