mercoledì 15 dicembre 2010
Il giorno dopo la fiducia, Berlusconi dice di puntare a singoli deputati del Fli e dell'Udc per rafforzare la sua maggioranza. Intanto è scontro tra Fini e il ministro Bondi per la mozione di sfiducia al ministro, mentre i leader di Fli, Udc e Api si riuniscono per dare vita a un nuovo coordinamento politico. «Faremo opposizione responsabile». Il cardinale Bagnasco: gli italiani si sono espressi con un desiderio di governabilità.
Ritorno alla politica di Marco Tarquinio
- La giornata di ieri: fiducia per 3 voti, il governo si salva
- Berlusconi cerca l'Udc. E ora Bossi toglie il veto
- Ma Casini per ora chiude: «Ha voluto la conta, ora provi a governare»
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Il giorno dopo aver superato per tre voti la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni alla Camera Silvio Berlusconi dice di puntare a singoli deputati del Fli e dell'Udc per rafforzare la sua maggioranza. "Non punto ad accordi con altre forze politiche, ma guardo ai singoli deputati che si sentono traditi da Fini che li ha portati all'opposizione con la sinistra", ha detto Berlusconi."Dopo il voto di ieri, ci sono quindi le condizioni per inaugurare un rapporto nuovo con tutti, a partire proprio dai parlamentari con i quali noi condividiamo la comune appartenenza al Ppe", ha aggiunto il premier. Alla domanda se stesse pensando all'Udc. "No, io sto pensando a singoli deputati che militano nei partiti di cui non condividano più la linea", ha risposto Berlusconi.L'Udc di Pier Ferdinando Casini ha finora respinto l'invito di Berlusconi di entrare in maggioranza al posto dei ribelli finiani e ha detto che in caso di elezioni si alleerebbe con il presidente della Camera Gianfranco Fini e il leader dell'Api Francesco Rutelli in una terza forza alternativa a centrodestra e centrosinistra."Da oggi ci riuniamo in un unico polo e da domani agiremo insieme in Parlamento e nel Paese", ha confermato il finiano Adolfo Urso entrando all'Hotel Minerva dove nel tardo pomeriggio è iniziato il vertice di Pier Ferdinando Casini, Gianfranco Fini, Francesco Rutelli e i rappresentanti di Mpa e Libdem, che di fatto dà vita al terzo raggruppamento. Vi costituirete in un unico gruppo? Chiedono i giornalisti: "Non tutto in un giorno - sorride Urso - da oggi avremo un comportamento lineare unitario e responsabile ed esamineremo ogni provvedimento in Parlamento insieme senza pregiudiziali". C'è già anche un nome per questo nuovo coordinamento, che dovrebbe chiamarsi Polo della Nazione. Nel comunicato congiunto diffuso al termine della riunione, si legge: "I responsabili di Fli, Udc, Api, Mpa, Liberaldemocratici, Repubblicani e Liberali hanno costituito il coordinamento parlamentare unitario di Camera e Senato verso un nuovo polo politico". I centristi del nuovo raggruppamento si ripromettono di esercitare in Parlamento "un ruolo di opposizione responsabile" e per questo cercheranno un coordinamento su ogni provvedimento legislativo. "Entro il mese di gennaio i parlamentari si riuniranno in assemblea per individuare le modalità organizzative della loro azione e per presentare al Parlamento e al paese le priorità programmatiche su cui si auspica un positivo confronto con il governo e l'opposizione responsabile", conclude la nota. "Dopo la giornata di ieri c'è un governo e c'è un'opposizione responsabile forte di oltre 100 parlamentari", ha commentato il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. Il terzo polo, sulla carta, raggruppa circa 80 deputati e una ventina di senatori.Netto il commento di Berlusconi: "Non si può mettere insieme tutto e il contrario di tutto".IL CARDINALE BAGNASCO: GLI ITALIANI VOGLIONO LA GOVERNABILITA'«Ripetutamente, gli italiani si sono espressi con un desiderio di governabilità e questo desiderio, espresso in modo chiaro e democratico, deve essere da tutti rispettato e da tutti perseguito con buona volontà e onestà». Lo ha dichiarato il presidente della Cei e arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, in occasione della messa natalizia all’ospedale Gaslini, rispondendo alle domande dei giornalisti sul voto di fiducia al governo e sui disordini avvenuti in concomitanza nelle vie di Roma.LO SCONTRO BONDI-FINIVerificare se Gianfranco Fini svolge il suo ruolo di garanzia come presidente della Camera. Lo chiede il ministro per in Beni culturali Sandro Bondi nella lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in riferimento ad alcune affermazioni attribuite allo stesso Fini rispetto alla mozione di sfiducia presentata a Montecitorio nei confronti del ministro. "Illustre Presidente, oggi - scrive Bondi a Napolitano - molti quotidiani riferiscono di una riunione avvenuta ieri nello studio dell'onorevole Fini, nel corso della quale si sarebbe discusso del voto di sfiducia di Futuro e libertà nei miei confronti.In queste ultime ore, inoltre, alcune agenzie di stampa riportano affermazioni che sarebbero state pronunciate dallo stesso presidente della Camera nei miei confronti, fra cui anche la seguente: 'Come fa il ministro per i Beni culturali a rimanere al suo posto?'". "Se queste notizie fossero confermate, ci troveremmo di fronte - lamenta il ministro - al venir meno, per la prima volta in maniera così plateale, del ruolo di garanzia istituzionale del presidente della Camera e ad una abnorme commistione fra l'imparzialità del suo ruolo di presidente della Camera e quello di leader di un gruppo parlamentare. Le chiedo, signor Presidente, nella Sua veste di supremo garante delle regole fondamentali della Costituzione, di accertare la veridicità di questi fatti e intervenire per ristabilire il rispetto dei diversi ruoli istituzionali".   LA RISPOSTA DEL PORTAVOCE"Come noto, la mozione di sfiducia al Ministro Bondi è già da tempo nel calendario dei lavori della Camera dei deputati. L'orientamento di voto sulla medesima è rimessa alle valutazioni dei singoli Gruppi parlamentari. Pertanto, il Ministro della Cultura - anziché rivolgersi al Presidente della Repubblica - avrebbe potuto semplicemente chiedere al Presidente Fini la veridicità delle dichiarazioni al medesimo attribuite oggi da alcuni quotidiani e ne avrebbe ricavato una netta smentita". Lo afferma Fabrizio Alfano portavoce del presidente della Camera in un comunicato.    
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