lunedì 29 agosto 2011
Dopo il vertice fiume ad Arcore, la maggioranza trova l'accordo sulla manovra: abolire tutte le province, dimezzare per via costituzionale il numero dei parlamentari, intervento sulle pensioni, salta il prelievo di solidarietà. Dimezzati i tagli agli enti locali, nessun cenno all'aumento dell'Iva. Manifestazione dei primi cittadini a Milano: «La risorsa dell'Italia siamo noi» (nella foto). 
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Un vertice fiume ad Arcore tra i capi della maggiornaza, durato tutto il pomeriggio, ha sancito l'accordo sulla manovra. Le prime informazioni parlano di dimezzamento del numero dei parlamentari e soppressione delle Province quali enti statali, con conferimento alle Regioni delle relative competenze ordinamentali, interventi che saranno contenuti in un disegno di legge costituzionale. Sul fronte pensioni, la manovra prevede che verranno calcolate in base "agli effettivi anni di lavoro", escludendo quindi dal calcolo dell'anzianità gli anni relativi all'Università e al servizio militare obbligatorio, che manterranno invece la loro validità relativamente al calcolo della pensione. Agli Enti locali verranno attribuiti "maggiori poteri e responsabilità nel contrasto all'evasione fiscale, con vincolo di destinazione agli stessi del ricavato delle conseguenti maggiori entrate". Saranno dimezzati i tagli ai trasferimenti.Nel comunicato stampa finale non si parla dell'aumento dell'IvaUn'altra delle proposte prevede l'abolizione del contributo di solidarietà sui redditi più alti, che rimarrà però valido per deputati e senatori. La modifica in questione prevede la "sostituzione del contributo di solidarietà con nuove misure fiscali finalizzate a eliminare l'abuso di intestazioni e interposizioni patrimoniali elusive nonché riduzione delle misure di vantaggio fiscale alle società cooperative". Al termine del vertice Bossi ha lasciato Arcore da un'uscita secondaria. Roberto Calderoli è uscito senza fare dichiarazioni.LA MANIFESTAZIONE DEI SINDACI"Siamo noi, siamo noi, la risorsa dell'Italia siamo noi". È il coro improvvisato dai circa 600 sindaci che si sono riuniti a Milano davanti a Palazzo Marino per protestare contro i tagli agli enti locali previsti dal governo. Su alcuni cartelli è rappresentato uno squalo, con la scritta "Governo che mangia dei pesci piccoli" che rappresentano, per l'appunto, i Comuni. I sindaci hanno quindi intonato l'inno di Mameli. Tra i presenti, oltre al primo cittadino milanese Giuliano Pisapia, anche il sindaco di Verona Tosi e quelli di Torino e Roma, Fassino e Alemanno.
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