lunedì 14 novembre 2011
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Nel primo giorno dopo le dimissioni, domenica, Berlusconi si riprende un pezzetto di scena. L'ormai ex premier si presenta in videomessaggio agli italiani, apre la strada al nuovo governo nell'istante esatto in cui Mario Monti fa il suo ingresso al Quirinale, ma dice "non m'arrendo". E ricorda di avere una maggioranza con la quale il premier incaricato non potrà che fare i conti.  "Siamo pronti a favorire gli sforzi del presidente della Repubblica per dare subito al Paese un governo di profilo tecnico. Faremo il nostro dovere. Ma bisogna mettere da parte ogni faziosità". Il Cavaliere spiega di essersi dimesso "per senso di responsabilità e dello Stato, per evitare all'Italia un nuovo attacco della speculazione e senza mai essere stato sfiduciato dalla Camera e dal Senato dove c'è la maggioranzà". Ma prova a risfoderare il suo carisma ed aggiunge: "Qualunque sia il prossimo governo nessuno potrà portarci via la nostra sovranità e la nostra autonomia nelle decisioni".

Berlusconi non nasconde amarezza per le violente contestazioni nel giorno del suo addio: "È triste vedere che un gesto generoso e responsabile viene accolto con fischi e insulti". Ma gira pagina, pronto ad un nuovo impegno: "A quanti hanno esultato per quella che definiscono la mia uscita di scena, voglio dire con grande chiarezza che da domani raddoppierò il mio impegno in Parlamento e nelle Istituzioni per rinnovare l'Italia. Non mi attendo riconoscimenti ma non mi arrenderò finchè saremo riusciti a modernizzare l'Italia, riformando la sua architettura istituzionale, il suo sistema giudiziario, il suo regime fiscale"."È arrivato il momento di mettere alle spalle ogni faziosità e ogni gratuita aggressività personale. Dobbiamouniti far fronte a una crisi che non è nata in Italia, sul nostro debito, sulle nostre banche", ammette solo in parte il fallimento della politica di fronte ai tecnici che avanzano.Al mattino l'ex premier aveva addossato colpe alla "fronda dei componenti finiani", peccato originale che ha minato il percorso di una legislatura che avrebbe dovuto essere costituente".  Poi si era diviso tra telefonate con Merkel, Putin e Medvedev e lezioni di vita ad un gruppetto di giovani pidiellini - partiti notte tempo dall'Alto Adige in macchina per portare solidarietà e affetto - increduli di poter entrare nei saloni dorati di Palazzo Grazioli, dove un Cavaliere "sereno e disteso", in polo scura li ha invitati ad affrontare la vita con follia e curiosità. 

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