sabato 22 gennaio 2011
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Non andrà dai pm, Silvio Berlusconi. In procura lo aspettavano a partire da oggi, ma ieri i legali del premier hanno spiegato che è inutile aspettarlo. Un gesto, quello degli avvocati Nicolò Ghedini e Piero Longo, considerato di «cortesia». Non vi era infatti alcun obbligo di annunciare ai pm il diniego all’invito a comparire. Entro metà febbraio, si apprende, i magistrati Ilda Bocassini, Antonio Sangermano e Pietro Forno chiederanno la celebrazione del processo immediato. Una istanza che con ogni probabilità sarà frenata dall’eccezione sulla competenza territoriale preannunciata da Berlusconi in persona. I suoi avvocati sostengono infatti che per i reati ipotizzati a carico del premier debba riunirsi il tribunale dei ministri. Prima di mettere a punto la strategia difensiva, Ghedini e Longo aspetteranno la decisione della Giunta per le autorizzazioni della Camera, a cui la procura di Milano si è rivolta per ottenere il via libera alla perquisizione degli uffici di Giuseppe Spinelli, storico amministratore personale del Cavaliere, nel quale sperano di trovare le prove dei pagamenti effettuati dal capo del governo alle ragazze arruolate per le sue feste.Non è escluso che prossimamente i legali di Berlusconi inviino ai magistrati milanesi una memoria più corposa per sostenere che la competenza è del Tribunale dei ministri o, in alternativa, del tribunale di Monza, distretto giudiziario nel quale è ricompresa Arcore. Dopo aver letto la breve nota con cui la difesa di Silvio Berlusconi ha comunicato che il premier non si presenterà all’interrogatorio, i pm come prevedibile hanno deciso di non fermare i motori, avviando nuovi accertamenti tecnici e bancari.In vista della richiesta di giudizio immediato per concussione e prostituzione minorile sono in corso nuovi interrogatori. Ieri è toccato a Nadia Macri, la escort emiliana che davanti al procuratore aggiunto Forno «ha ribadito la sua verità», dicono fonti vicine alla ragazza. Il verbale della deposizione è stato secretato, anche perché la ricostruzione della giovane accompagnatrice a pagamento, agli investigatori è parso «non del tutto lineare». Durante l’intervista ad Annozero, la trasmissione tv di Michele Santoro, Macrì aveva affermato di aver visto la minorenne Ruby prendere una busta con 5 mila euro dal premier. Macrì avrebbe poi confermato quanto dichiarato al sito di informazione "reggionline.com", ovvero che la sera fra il 24 e il 25 aprile 2010, sia lei che Ruby erano ad Arcore, dove la giovanissima marocchina «ballava nuda per il premier». Quella sera, «quando abbiamo finito, verso le tre, siamo entrati io e questa ragazza marocchina nella stanza. Per me c’erano 5mila euro e per lei non lo so». Gli inquirenti prendono con molta cautela le dichiarazioni della Macrì, peraltro messi in guardia dalla madre della giovane. «Conosco mia figlia meglio di chiunque altro e so come è fatta: ha visto che giornali e tv non si occupavano più di lei – sostiene Maria Luisa, la mamma – ed è voluta tornare ad essere protagonista. Mia figlia, come ho sempre detto, racconta balle colossali per avere notorietà».Macrì è una vecchia amica di Perla Genovesi, ex assistente di un senatore del Pdl, finita in una inchiesta siciliana su un traffico internazionale di droga gestito da Cosa nostra. Anche di questa frequentazione avrebbe parlato ieri la ragazza, la quale in passato aveva citato tra le sue "amicizie" importanti quella con il ministro Renato Brunetta, circostanza da lui smentita ma ripetutamente confermata dall’avvocato Carlo Taormina. Fu Brunetta, ha spiegato Taormina nelle settimane scorse, a contattarlo in svariate occasioni per alcune questioni legali riguardanti proprio la Macrì.Maggiori conferme al racconto della giovane potranno arrivare dai tabulati della cella telefonica di Arcore. Nadia, infatti, non avrebbe mai spento il telefonino durante la permanenza nella villa del premier. Se così fosse, i cervelloni della telefonia mobile dovrebbero confermare la sua presenza nella zona e nelle date indicate.
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