venerdì 20 maggio 2011
Raffica di interviste di Berlusconi ai principali tele e radiogiornali italiani. I milanesi sono rimasti turbati dalle bandiere rosse con la falce e martello scese in piazza a festeggiare la vittoria di Pisapia e non consegneranno la loro città agli estremisti: è questa una delle affermazioni del premier.
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Raffica di interviste di Berlusconi ai principali tele e radiogiornali delle reti pubbliche e private. Il premier ha scelto questa formula, aspramente contestata dalle opposizioni, per rompere il lungo silenzio osservato dopo le elezioni amministrative di domenica scorsa. Ecco cosa ha detto Berlusconi a Studio Aperto: i milanesi sono rimasti turbati dalle bandiere rosse con la falce e martello che sono scese in piazza a festeggiare la vittoria di Giuliano Pisapia e non consegneranno la loro città agli estremisti. In una successiva intervista al Gr1 Rai il Cavaliere ha detto di non capire perché il Pd canti vittoria, visto che è arretrato rispetto alle precedenti comunali. "Il vero risultato politico è che non ci sono alternative al nostro governo, alla nostra maggioranza", ha poi detto Berlusconi al Tg4 diretto da Emilio Fede. "Il risultato di Milano ci dice che i milanesi non hanno premiato il Partito democratico. Il risultato vero di queste elezioni è che il Popolo delle libertà resta il primo partito in Italia e il Pdl e la Lega si confermano l'unica alleanza in grado di esprimere un governo stabile, un governo credibile", ha detto Berlusconi a Studio Aperto in quello che è stato il suo primo giudizio sulle elezioni del 15 e 16 maggio e sulla netta sconfitta, anche personale in quanto capolista del Pdl, a Milano."Noi siamo stati sfavoriti da una maggiore astensione del popolo dei moderati ed è da questo dato che noi dobbiamo ripartire. I moderati di Milano - ha detto ancora il premier - avrebbero potuto votare per il Terzo Polo e invece hanno scelto il Pdl confermandolo come prima forza politica della città". Berlusconi ha quindi sottolineato il "risultato negativo" ottenuto dalla coalizione che fa capo a Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini e Francesco Rutelli.LE CRITICHE DI BERSANI"Non siamo in Bielorussia". Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, si è rivolto al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, criticandone l''invasione delle testate televisive. A tal proposito, a margine di una iniziativa a Bologna, il segretario Pd ha criticato il fatto che Berlusconi intenda "mettere la faccia quando vuole lui nei telegiornali di questo Paese".
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