mercoledì 6 novembre 2013
​Il presidente dell'Ucei: «Ogni paragone è non solo inappropriato e incomprensibile ma anche offensivo della memoria di chi fu privato di ogni diritto e, dopo atroci e indicibili sofferenze, della vita stessa». Molto critico il Pd, che attacca: «Cosa ne pensa Alfano?». In serata il Cavaliere corregge il tiro: polemica strumentale.
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​"Una polemica smaccatamente strumentale su una frase estrapolata da un ampio contesto". Così in una nota Silvio Berlusconi. "La mia storia, la mia amicizia verso Israele, la mia coerente azione di governo sul piano internazionale in favore dello Stato di Israele, non consentono alcun dubbio sulla mia consapevolezza della tragedia dell'Olocausto e sul mio rispetto del popolo ebraico". «MIEI FIGLI OPPRESSI COME EBREI SOTTO HITLER»L'oppressione delle istituzioni nei confronti della famiglia Berlusconi è così forte da far sentire i figli del Cavaliere come gli ebrei sotto il nazismo, ma senza alcuna intenzione di voler per questo lasciare il Paese. Il paragone-choc è contenuto nell'intervista che Silvio Berlusconi ha rilasciato a Bruno Vespa per il suo prossimo libro e che l'autore sta rendendo nota con successive anticipazioni, di giorno in giorno.«I miei figli dicono di sentirsi come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler. Abbiamo davvero tutti addosso», dice Silvio Berlusconi nel corso dell'intervista secondo l'anticipazione.Il Cavaliere nega di avere però, malgrado questo senso di oppressione, avere mai pensato di lasciare il Paese: «Sono italiano al 100%. In Italia ho le mie radici. In Italia sono diventato quello che sono. Ho fatto qui l'imprenditore, l'uomo di sport, il leader politico. Questo è il mio Paese, il Paese che amo, il Paese in cui ho tutto: la mia famiglia, i miei amici, le aziende, la mia casa, e dove ho avuto successo come studente, come imprenditore, come uomo di sport e come uomo di Stato. Non prendo neppure in considerazione la possibilità di lasciare l'Italia».LE REAZIONI: «VERGOGNOSO» E «OFFENSIVO». IL PD: COSA NE PENSA ALFANO?"Una frase assolutamente fuori luogo per un uomo delle istituzioni". Questo il commento di Donatella Ferranti (Pd), presidente della commissione Giustizia alla Camera. "Che i figli parlando con il padre si paragonino agli ebrei perseguitati dal nazismo - osserva - è aspetto che attiene al privato, ma che Berlusconi lo renda addirittura noto avallando così il parallelo è oltremodo vergognoso".Il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna: "L'Italia repubblicana è un paese democratico. La Germania nazista era una spietata dittatura governata da criminali che teorizzavano e commettevano i più gravi delitti contro l'umanità. Contro gli ebrei i nazisti si accanirono con spietata crudeltà tanto che, alla fine di quel tragico periodo, gli ebrei dovettero contare oltre sei milioni di morti". "La vita degli ebrei d'Europa sotto il nazismo - prosegue - fu segnata da un vortice nero di violenza, persecuzione, morte. Una catastrofe che non è soltanto del popolo ebraico ma dell'umanità intera. Ogni paragone con le vicende della famiglia Berlusconi è quindi non soltanto inappropriato e incomprensibile ma anche offensivo della memoria di chi fu privato di ogni diritto e, dopo atroci e indicibili sofferenze, della vita stessa".Molto critico il Pd, secondo cui "Berlusconi ha perso completamente il senso della misura. Da vent'anni ci racconta la favola della persecuzione e oggi, anziché chiedere scusa agli italiani per la condanna per frode fiscale, si avventura in un paragone agghiacciante con una tragedia quale l'olocausto. Cosa ne pensa Alfano?".
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