mercoledì 18 novembre 2009
«Vedo con stupore che si stanno moltiplicando e diffondendo notizie che continuano a fare apparire come imminente un ricorso alle elezioni anticipate. Non ho mai pensato niente di simile». Lo afferma in una nota Silvio Berlusconi.
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Elezioni anticipate? «Non ci ho mai pensato». Silvio Berlusconi rompe il silenzio per disinnescare l’ultimatum del presidente del Senato Renato Schifani: o il Pdl mostra compattezza o si torna alle urne. Il premier affida anzitutto a una nota formale il suo pensiero: «Non ho mai pensato niente di simile: il mandato che abbiamo ricevuto dagli elettori è di governare per i 5 anni della legislatura, ed è questo l’impegno che stiamo già portando avanti con determinazione e che intendiamo concludere. La maggioranza che sostiene il governo è solida, anche al di là di una dialettica interna, che comunque ne accentua le capacità ideative. Grazie a questo sostegno e alla fiducia che ci manifesta ogni giorno oltre il 60% degli italiani, completeremo le riforme di cui l’Italia ha bisogno».Schifani sconfessato? Non proprio. Infatti Berlusconi, alla Camera per la fiducia al dl Ronchi, spiega ai cronisti che il presidente del Senato «ha detto delle cose ovvie, se cadesse la maggioranza uscita dalle urne è chiaro che non si potrebbe pensare a un governo diverso dalla maggioranza che lo ha eletto». Ma poi in Transatlantico assicura che con Gianfranco Fini «non c’è nulla da chiarire» e aggiunge una battuta sui giornali dai quali «viene fuori tutta una apparenza di politica che si contorce nelle discussioni e non invece di un governo che serenamente continua a lavorare con grandi risultati»: e questo «spiace». Poi il premier cita «il grande lavoro» per «la ripresa dell’economia» da cui «stiamo uscendo bene e meglio degli altri Paesi europei», il grande lavoro «per le infrastrutture, il lavoro miracoloso» in Abruzzo e anche «il grandissimo lavoro di diplomazia commerciale su cui sono impegnato con tantissimi incontri e tantissimi successi di aziende italiane». Infine auspica che si trovino fondi sufficienti per tagliare l’Irap già con la Finanziaria: «Se la crisi evolve bene ci saranno fondi anche per il taglio dell’Irap e il quoziente familiare».Voto anticipato? Non ci crede neppure Umberto Bossi. «Spero che prevalga il buonsenso. Bisogna ritrovarlo» dice il leader della Lega sottolineando di aver sentito al telefono Berlusconi: «Ma non c’è bisogno che io gli dica cosa deve fare. Il presidente è tutt’altro che scemo, sa bene cosa deve fare». Roberto Maroni invece si schiera con Schifani, pur elogiando la dichiarazione del premier, che consente di «andare avanti sulla strada delle riforme e concludere il nostro impegno per i prossimi tre anni e mezzo di legislatura». Ma, avverte, «per fare le riforme ci vuole una maggioranza compatta, non possiamo dire che l’opposizione ci blocca. Se quindi la maggioranza è divisa, l’alternativa non può che essere quella indicata da Schifani».Dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, viene un invito alla calma: «Le elezioni sono l’ultima ratio quando non c’è più la possibilità di governare». Dello stesso avviso il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola. Il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli non ha dubbi: «La dichiarazione di Berlusconi fa tabula rasa di tutte le illazioni». E per Franco Frattini «pensare alle elezioni anticipate oggi sarebbe un grave errore». Ma dalle opposizioni (e anche da qualche voce di maggioranza) sono emerse ieri anche diverse voci critiche nei confronti di Schifani. Bersani ha parlato di «docce fredde che fanno male al Paese». E Casini di parole «inopportune e improprie».
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