venerdì 20 maggio 2016
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MILANO Papa Francesco torna sul rapporto tra i ricchi e i poveri. Nell’udienza generale dell’altro giorno commentando il racconto del ricco Epulone e di Lazzaro aveva detto che «ignorare il povero è disprezzare il Signore». Ieri mattina nell’omelia della Messa in Santa Marta è tornato sul tema sottolineando che sfruttare la gente sul lavoro per arricchirsi è un peccato mortale. Ma si tratta di situazioni differenti, spiega lo stesso Pontefice nell’udienza, abbiamo meditato sul ricco Epulone e Lazzaro. Ma, questo ricco era nel suo mondo, non si accorgeva che dall’altra parte della porta della sua casa c’era qualcuno che aveva fame. Ma questo è peggio – commenta Francesco –. Quel ricco, almeno, non se ne accorgeva e lasciava che l’altro morisse di fame. Ma questo è peggio: questo è affamare la gente con il loro lavoro per il mio profitto! Vivere del sangue della gente. E questo è peccato mortale. È peccato mortale. E ci vuole tanta penitenza, tanta restituzione per convertirsi di questo peccato». La riflessione, come sempre nelle omelie della Messa in Santa Marta, parte delle letture del giorno. E ieri la prima lettura era tratta dalla Lettera di san Giacomo, nella quale si ammoniscono coloro che accumulano denaro sfruttando la gente. Un atteggiamento che nasce, in modo sbagliato, dall’idea che Dio mostra l’uomo «giusto, dandogli ricchezza ». Ma questa «teologia della prosperità», come la definisce il Papa, è un errore. «Il problema è non attaccare il cuore alle ricchezze, perché non si può servire Dio e le ricchezze». Queste possono diventare «catene » che tolgono «la libertà di seguire Gesù». A rendere il tutto ancora più condannabile è il fatto che spesso «le ricchezze si fanno con lo sfruttamento della gente, quei ricchi che sfruttano, sfruttano il lavoro della gente e quella povera gente diviene schiava. Ma pensiamo a oggi, pensiamo qui: ma in tutto il mondo accade lo stesso. 'Voglio lavorare'; 'Bene: ti fanno un contratto. Da settembre a giugno'. Senza possibilità di pensione, senza assicurazione sanitaria … A giugno lo sospendono e luglio e agosto deve mangiare aria. E a settembre te lo ridanno. Questi che fanno questo sono vere sanguisughe e vivono dei salassi del sangue della gente che rendono schiavi del lavoro». Parole e concetti che il Papa ha già espresso spesso durante il suo pontificato e che ha voluto ribadire con forza anche in questi ultimi due giorni. Lo sfruttamento della gente, prosegue il Papa nella sua riflessione «oggi è una vera schiavitù. Noi pensavamo che gli schiavi non esistessero più: esistono. È vero, la gente non va a prenderli in Africa per venderli in America: no. Ma è nelle nostre città. E ci sono questi trafficanti, questi che trattano la gente con il lavoro senza giustizia». E il pensiero del Papa si allarga al lavoro minorile, allo sfruttamento sessuale delle giovani, nuovi schiavi d’oggi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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