giovedì 26 agosto 2010
Il giorno dopo gli incidenti di Bergamo, il Dipartimento della pubblica sicurezza precisa, in una nota, che il progetto non verrà fermato da «duecento facinorosi». Solidarietà al ministro Maroni, tra gli altri, dal presidente della Figc, Abete, e dal presidente della Serie B, Abodi. Gli ultras romani: l'assalto è stato un boomerang.
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«Non saranno duecento facinorosi che alimentano azioni violente a limitare il diritto di accesso allo stadio di migliaia di cittadini che hanno aderito al progetto della tessera del tifoso». A precisarlo è il Dipartimento della pubblica sicurezza all'indomani della violenta contestazione inscenata ieri sera da un gruppo di ultrà dell'Atalanta alla Berghem Fest leghista di Alzano Lombardo, dove erano impegnati in un dibattito il ministro dell'Interno Roberto Maroni, quello dell'Economia, Giulio Tremonti, e quello della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli. Anche l'Associazione nazionale dei funzionari di polizia attraverso il suo segretario Enzo Marco Letizia sottolinea che è «indispensabile che le società di calcio escano da una ambiguità che potrebbe rivelarsi complice. Facciano fino in fondo la "propria part" stando dalla parte degli sportivi e dei cittadini: diano una corretta informazione e promuovano senza equivoci la tessera del tifoso». Finora, stando ai dati solo il Milan con le sue 220mila tessere appare aver mostrato di credere fin dall'inizio nel progetto, sostenendolo in tutti i suo club. «Massima solidarietà della Federcalcio al Ministro dell'Interno Roberto Maroni, siamo al fianco delle istituzioni». Il presidente della Figc, Giancarlo Abete, ha espresso il suo pieno appoggio al Viminale, e al ministro Maroni, dopo gli scontri di ieri sera durante una festa della Lega Nord a Bergamo. «Chi attiva meccanismi di violenza si identifica come un soggetto che va allontanato dallo stadio - ha detto Abete -. Ci possono essere opinioni differenti, ma utilizzare la violenza fa capire di fronte a chi siamo costretti ad operare».Sulla vicenda interviene anche la Lega calcio di Serie B, che con il proprio presidente Andrea Abodi condanna i fatti di ieri sera ad Alzano Lombardo ed esprime a nome della Lega di Serie B e di tutte le sue società «la piena solidarietà al Ministro degli Interni Maroni per gli incresciosi ed ingiustificabili fatti verificatesi ieri sera».I TIFOSI ROMANI: «UN BOOMERANG»La violenta manifestazione contro la tessera del tifoso rappresenta per i tifosi romani «un autogol clamoroso», «un boomerang», «un regalo fatto allo stesso Maroni». Durante la trasmissione "Te la do io Tokyo", in onda su Centro Suono Sport, l'argomento oggi è stato appena toccato - tiene banco sulle radio private romane il caso Burdisso - ma non per questo i tifosi hanno rinunciato a dire la loro: «Tutti adesso danno solidarietà ad Abete e Maroni - fa notare Mario Corsi, storica voce del'etere romano - ma l'assalto di ieri è stata la legittimazione per dire "lo vedete che serve" e mettere a tacere i dissidenti». E c'è chi tra gli ascoltatori avanza delle tesi del complotto: «Mi ricorda la strategia della tensione», dice un'ascoltatore: «Vuoi vedere che tutto quello che è successo farà molto, ma molto comodo a Maroni?». Più in generale, la maggior parte dei tifosi che chiamano la radio, come spiega "Marione", ritiene «che la tessera sia una cosa ipocrita. Isolare i violenti si può anche senza la tessera: con le teolecamere negli stadi, con i posti numerati. Non prendiamoci in giro per favore».L'ASSALTO DEGLI ULTRASErano circa 500, nei dintorni della 'Berghem fest' di Alzano lombardo, nel Bergamasco, per dire 'no' alla tessera del tifoso, voluta dal ministro dell'Interno Roberto Maroni che alla kermesse leghista parlava con i colleghi Roberto Calderoli e Giulio Tremonti. E gli ultrà dell'Atalanta, che ha una tifoseria notoriamente calda, questo 'no' l'hanno detto nel peggiore dei modi: tafferugli, agenti feriti da lancio di oggetti, auto date alle fiamme.Dal palco su cui stavano parlando il ministro si è avuta la percezione di quanto stava succedendo, quando si sono sentiti gli slogan e lo scoppio dei petardi: "Questi non sono i tifosi, io con i violenti non parlo - ha detto il titolare del Viminale-. Parlo con i tifosi veri". Ha rincarato la dose il ministro della Semplificaziione Calderoli, che pure è bergamasco e atalantino: "Quando sento fuochi d'artificio o peti dietro provo fastidio. Sono atalantino e ho passione per gli ultras, per il loro entusiasmo, ma non posso accettare che l'immagine di Bergamo sia svenduta da 200 imbecilli che prima dell'inizio della partita vanno ad attaccare la polizia e i tifosi esterni".E la Polizia proprio in quegli istanti era attaccata, nelle strade vicine all'area della festa, solo che gli "imbecilli" erano più del doppio e si erano dati appuntamento in paese. È successo che verso le 22, infatti, circa 500 tifosi si sono presentati nei pressi dei cancelli per manifestare contro la tessera del tifoso. Una mezz'ora più tardi, una settantina di ultrà sono riusciti ad aggirare il servizio d'ordine e sono arrivati fino al retro del palco, da dove hanno lanciato i petardi e i fumogeni.Nel frattempo, gli agenti sono riusciti a tenere il grosso del gruppo lontano dalla festa. A prezzo, però, di tafferugli, in cui un paio di agenti sono rimasti feriti dal lancio di oggetti, fortunatamente in modo non grave, mentre gli ultras hanno dato alle fiamme un'auto dei carabinieri, una della polizia locale e altre tre automobili. Alcuni dei responsabili dei tafferugli, almeno cinque, sono stati subito identificati dalle forze dell'ordine, fermati e portati in questura. IL QUESTORE: "ASSALTO ALLA POLIZIA""Non ci sono stati scontri di piazza, sia ben chiaro, ma un attacco dei tifosi alle forze dell'ordine": così il questore di Bergamo, Matteo Turillo, ha commentato gli incidenti di ieri sera a Alzano Lombardo, dove i tifosi dell'Atalanta hanno tentato di interrompere un comizio con il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, per protestare contro la tessera del tifoso. Il questore ha spiegato che l'attacco è stato fatto perchè gli agenti cercavano di "impedire loro l'accesso alla struttura, dove si trovavano anche donne e bambini". "Tutto è stato talmente blindato - ha aggiunto - che non sono arrivati". Hanno comunque tirato bombe carta, fumogeni e incendiate alcune auto. Il questore ha spiegato che non ci sono feriti tra i civili, ma è rimasto ferito un agente della Digos da una bomba carta. Turillo non ha confermato che al momento ci siano dei fermi. "Io - ha sottolineato - do solo notizie certe. Noi stiamo operando".
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