sabato 25 maggio 2024
Flashmob del Cai ad Assisi contro la legge regionale dell'Umbria che permette il transito dei mezzi a motore. «Chiediamo rispetto per il nostro lavoro», dice il presidente generale Montani
La protesta del Cai nella piazza del Comune di Assisi

La protesta del Cai nella piazza del Comune di Assisi - Club Alpino Italiano

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«Rispetto! No moto sui sentieri!». Dietro questo striscione, hanno protestato i delegati del Club alpino italiano, riuniti ad Assisi per l'Assemblea annuale, durante un flashmob nella piazza del Comune. Dalla città di San Francesco, autore del Cantico delle creature, il Cai ha chiesto l'abolizione della contestata legge regionale dell'Umbria, che permette alle moto di percorrere i sentieri di montagna. Una situazione che, oltre a rovinare il terreno, costituisce un indubbio motivo di pericolo per gli escursionisti. E vanifica il lavoro di migliaia di volontari che provvedono alla manutenzione dei sentieri.

In Umbria i volontari delle Sezioni del Cai si occupano della manutenzione di 447 percorsi, per un totale di 3.570 chilometri, della Rete escursionistica regionale. Un lavoro gratuito, portato avanti da decenni, che ha permesso di conservare quel patrimonio di viabilità in ambiente naturale utilizzato oggi dalla Regione Umbria per definire il proprio territorio “il cuore verde d'Italia". Se si dovesse monetizzare in termini orari questo lavoro, si otterrebbe una cifra di diversi milioni di euro all’anno, ricorda il sodalizio.

Nel corso della manifestazione di protesta, il Cai ha smentito, dati alla mano, che una frequentazione “promiscua” dei sentieri di montagna, possa costituire un valore aggiunto per il turismo. E vero il contrario: in tutti i territori dove tale promiscuità è stata sperimentata, è stato riscontrato un drastico calo delle presenze turistiche dei camminatori e, dopo un’impennata iniziale, anche una contrazione dei frequentatori con mezzi a motore, si legge in una nota del Club alpino italiano. Che ha consegnato alla Regione Umbria un corposo dossier a sostegno delle proprie posizioni.

«I nostri volontari, circa 6mila in tutta Italia, sono al lavoro tutto l'anno per la cura di un bene collettivo come la rete sentieristica, la prima e fondamentale infrastruttura leggera che consente il turismo sostenibile nei territori montani - ha sottolineato il presidente generale del Cai, Antonio Montani -. Da Assisi vogliamo lanciare un messaggio simbolico, ma chiaro: è inaccettabile avere sentieri che vengono costantemente rovinati dal passaggio dei mezzi motorizzati. Invitiamo ancora una volta la Regione a rivedere una norma che compromette, a beneficio di un numero limitato di persone, un bene che è di tutti e per tutti».

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