sabato 11 aprile 2009
La comunità scientifica si interroga sulla durata e sulla forza del sisma in corso in Abruzzo. Il ricercatore Cocco: fenomeno ancora in atto, ma il territorio interessato è circoscritto tra i 25 e i 40 chilometri Le previsioni catastrofiste? La gente ascolti solo le dichiarazioni di valore scientifico. Ora la sfida è la prevenzione.
COMMENTA E CONDIVIDI
Un’area che si estende tra i 25 e i 40 chilometri, con L’Aquila al centro, Campotosto a nord e Rocca di Mezzo a sud. È in questo pezzo di terra che, secondo gli esperti, si concentra la possibilità di nuove scosse. « Le ipotesi di spostamenti del sisma al di fuori di questa zona non esistono » chiarisce subito Massimiliano Cocco, ricercatore dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che ci tiene a mettere un punto fermo dopo le illazioni che, da lunedì scorso, spuntano un po’ ovunque. Pescara non è assolutamente a rischio, men che meno Roma e non ha nessun fondamento la teoria secondo cui il terremoto si starebbe spostando pericolosamente a settentrione. Parola di chi, in queste ore, sta monitorando minuto per minuto la situazione, sforzandosi di restare fuori dalle polemiche contro la comunità scientifica, accusata da più parti di non aver saputo prevedere il disastro. «Gli allarmismi non servono, anzi. Stiamo facendo il possibile per capire quel che è successo, di comune accordo con le università e in collaborazione con la Protezione civile – sottolinea Cocco–. Di più: se la stessa attenzione che in questi giorni è stata concentrata sulla capacità di previsione dei terremoti, venisse in parte indirizzata alle politiche di prevenzione, l’Italia avrebbe già fatto un buon passo in avanti». Cosa sta accadendo sotto terra. La faglia principale è lunga 15 chilometri e passa proprio sotto L’Aquila, epicentro della scossa più forte avvenuta lunedì. L’area si è poi estesa anche a seguito delle scosse successive, ma resta comunque circoscritta. «La sequenza sismica era cominciata già nelle precedenti settimane – ricorda il ricercatore dell’Istituto di geofisica e vulcanologia – Fino a ventiquattr’ore fa le scosse registrate erano circa 800 e quel che è certo è che proseguiranno nei prossimi mesi, non si sa per quanto. A Colfiorito, in Umbria, le scosse di assestamento furono 7mila, 3mila delle quali ben localizzate. In Abruzzo, dove il grado di sismicità è relativamente più basso rispetto all’Umbria, siamo però in presenza di un territorio, quello dell’Appennino, con un livello di fratturazione più alto e una crosta terrestre complessa. Ciò comporta una serie di terremoti di intensità minore ma comunque avvertibili dalla popolazione, a fronte di una magnitudo alta ma per fortuna non altissima». Il fenomeno per il momento è sotto controllo, anche se tra gli stessi ricercatori c’è chi si sbilancia in scenari pessimistici. Rispetto alla teoria elaborata da Antonio Moretti, geologo dell’Università de L’Aquila, che ha parlato dell’attivazione in questi giorni di due faglie gemelle, Cocco resta prudente. «Le nostre osservazioni non ci permettono di arrivare a delle conclusioni su questo punto. L’unica certezza è che il terremoto è avvenuto su una faglia che non apparteneva a quella dei terremoti precedenti, avvenuti nella zona secoli addietro». Tra previsione e prevenzione. È indubbio che mettere in fila quanto è accaduto in questa settimana fa un certo effetto: tre scosse di magnitudo superiore ai 5 gradi della scala Richter in cinque giorni, panico crescente tra i sopravvissuti, psicosi in tutta la regione. A Campotosto, per timore che la diga costruita intorno al lago artificiale possa cedere, c’è chi ha cominciato a scappare, mentre un sito Internet poi sequestrato dalla polizia postale ha annunciato due giorni fa l’arrivo di nuove scosse devastatrici. «Proprio perché la situazione resta ad alta tensione, è necessario utilizzare solo dichiarazioni che abbiano valore scientifico e che siano fatte da persone con un ruolo di responsabilità oggettiva riconosciuto dalla Protezione civile. Tutto il resto non conta. Quanto alle costruzioni di opere d’ingegneria – aggiunge Cocco – mi aspetto che chi ha realizzato progetti del genere in una zona sismica come l’Abruzzo, lo abbia fatto rispettando tutti i parametri di sicurezza necessari».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: