giovedì 19 maggio 2011
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Nemmeno una lunghissima telefonata di ieri mattina (durata quasi un’ora) di Letizia Moratti a Pier Ferdinando Casini è riuscita a smuovere il leader dell’Udc dalla sua granitica convinzione, rafforzata da lunghi ragionamenti con i suoi collaboratori e con gli altri leader del Nuovo polo, Gianfranco Fini (anche lui destinatario di un’analoga telefonata da parte del sindaco uscente di Milano) e Francesco Rutelli. A Milano e a Napoli il Terzo polo non si schiera ufficialmente. Né con Moratti né con Pisapia, né con Lettieri né con De Magistris. Libertà di voto, dunque. Ma non un vero e proprio rompete le righe. I due candidati sindaci esclusi dal ballottaggio, Manfredo Palmeri e Raimondo Pasquino confermano che il loro impegno continuerà anche nella fase del ballottaggio. Il che, pare, significa che alcuni esponenti, a titolo personale e senza troppo clamore, si muoveranno per sostenere l’uno o l’altro candidato. Come sicuramente avverrà a Milano, dove alcuni esponenti dell’Api, guidati da Bruno Tabacci, non fanno mistero di tifare Pisapia. Il ragionamento dietro le quinte è piuttosto semplice: se ci candidiamo a guidare i moderati, in un nuovo polo alternativo alla sinistra, dobbiamo liberare il campo da chi moderato non è. Un modo complesso per dire che, in questo momento, l’avversario numero uno da abbattere politicamente è il berlusconismo, con tutto quello che esso rappresenta. Qualcuno, in questa fase, avrebbe voluto di più: ovvero arrivare a sostenere ufficialmente Pisapia a Milano (il discorso per De Magistris è più complesso). Ma il timore di spaccare la muova aggregazione e di fare una scelta non facilmente comprensibile dai propri elettori ha consigliato di soprassedere. Del resto, c’è già la questione interna a Fli, dove Adolfo Urso e Andrea Ronchi hanno già un piede fuori. Due pezzi da novanta delle file finiane che hanno espresso nei giorni scorsi l’intenzione di votare per la Moratti e che Fini oggi ha richiamato implicitamente all’ordine: «La posizione presa oggi – ha detto il presidente della Camera – sarà esaminata nei prossimi giorni dalla direzione di Futuro e Libertà e diventerà vincolante per tutti». Aria di espulsione, dunque. O di una nuova microscissione? Certo è che, anticipando i tempi, Andrea Ronchi ha annunciato ieri, dopo la conferenza stampa del Nuovo polo, le dimissioni da presidente dell’Assemblea nazionale di Fli. Un atto «di correttezza, visto che la sua posizione è minoritaria all’interno del partito», ha commentato freddamente Italo Bocchino. Che, insieme a Fabio Granata, ha però lanciato un appello – non si sa con quante speranze – a Urso e Ronchi perché non abbandonino la nuova formazione. Nel corso della conferenza stampa del Nuovo polo, la parola è stata data subito a Palmeri e Pasquino, che hanno annunciato che non ci saranno apparentamenti. Poi i tre leader nazionali hanno aggiunto qualcosa. Casini ha parlato dei risultati, dicendosi soddisfatto e spiegando che con queste percentuali il Terzo polo non avrà problemi a essere rappresentato in Parlamento dopo le prossime elezioni politiche: siamo fuori da ogni rischio e saremo forza determinante anche in Parlamento». Fini ha parlato soprattutto alla pancia dei suoi seguaci, ammonendo: «Chiunque pensi di creare divisioni nel Terzo polo, sia per i ballottaggi che per i futuri mesi di attività parlamentare, è meglio che cambi i suoi piani». E Rutelli ha guardato al futuro: «Chi ha voluto politicizzare le elezioni ha sbagliato, il ballottaggio sarà un’altra tappa della fuoriuscita da questo bipolarismo guerriero».
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