giovedì 19 marzo 2009
Il presidente della Cei alla messa pontificale nella sua arcidiocesi: «Genova deponga le armi e viva in pace. Questa città è un bene per il Paese e per l’Europa».
COMMENTA E CONDIVIDI
Alla radice della crisi economica «sta il dispregio degli elementari valori etici, una illimitata bramosia di denaro, fuori da ogni regola, il proprio tornaconto considerato come obiettivo». Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, nell'omelia della Santa messa pontificale celebrata nella cattedrale di Genova in occasione della solennità di San Giuseppe.Bagnasco si è a lungo soffermato sul tema della crisi, auspicando che essa «solleciti la comunità internazionale a intraprendere la strada di una nuova sintesi tra bene comune e mercato, tra capitale e lavoro, stabilendo regole chiare e certe. L'umanità opulenta deve uscire dalla crisi più responsabile, più seria e onesta, libera per sempre da quell'euforia per il guadagno facile e fuori misura che ha indotto ad una concezione della vita come spasso e sperpero».Rivolgendosi alla sua città, l'arcivescovo ha quindi detto: «Sento emergere dall'anima un sogno: che Genova deponga le armi e viva in pace. Le armi dei conflitti più o meno manifesti, dei veti, delle rivalità: la contrapposizione paralizza, la pace è operosa». «Genova - ha proseguito Bagnasco - deve creascere nel modo di pensarsi: essa è il capoluogo della Liguria, ma la sua importanza va ben oltre la regione: è un bene per il Paese e per l'Europa».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: