lunedì 15 aprile 2013
Gli agenti delle polizie di mezzo mondo stanno monitorando i colossali proventi del gioco d’azzardo e chi ci sta dietro. E anche Bruxelles corre ai ripari: alzando i controlli sui fiumi di denaro on line. Le aziende del settore hanno protestato con forza ma fino ad ora la Commissione Ue ha tenuto duro.
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Mentre la Commissione europea sta lavorando ad un giro di vite delle norme antiriciclaggio, gli agenti speciali di Interpol ed Europol seguono alcune piste che conducono in particolare alle piattaforme per le scommesse su internet. Gli uomini della polizia europea, in particolare, hanno ricevuto l’ordine di mettere sotto osservazione i colossali flussi finanziari generati dal gioco d’azzardo. È in quel fiume di euro che finisce per essere diluita la ricchezza illecita delle mafie di tutto il mondo.Secondo stime dell’ufficio Onu contro la criminalità, ogni anno vengono riciclati illegalmente 1.600 miliardi dollari, il 4 per cento della produzione economica mondiale. Quello delle scommesse è, dopo il traffico di stupefacenti e quello di esseri umani, tra i comparti più gettonati dalle mafie per ripulire proventi illeciti. Tanto più che si tratta delle medesime organizzazioni che hanno il monopolio sia sul business delle droghe che nella tratta di esseri umani.«Dobbiamo impedire alla criminalità organizzata di riciclare il denaro attraverso il sistema bancario o il settore del gioco d’azzardo». Le parole pronunciate dalla commissaria Ue Cecilia Malmström hanno dato il via un mese fa a una serie di azioni senza precedenti. Anche in Europa, verrebbe da chiedersi dopo aver ascoltato quel tale funzionario dei Monopoli di Stato, sono «allarmisti»? La partita più dura contro le infiltrazioni della criminalità nel settore del gioco d’azzardo si sta infatti combattendo nel Vecchio Continente. Una battaglia senza clamori condotta su due livelli: politico e investigativo.Lo scorso 5 marzo a Bruxelles è stata varata la linea dura: ridurre il tetto massimo per i pagamenti in contanti di beni e servizi da 15mila euro a 7.500, istituendo comunque una serie di controlli per tutte quelle aziende che, soprattutto su internet, accettano pagamenti o elargiscono eventuali vincite per cifre vicine al nuovo tetto massimo. Le imprese del comparto hanno fatto arrivare la loro protesta direttamente sui tavoli della Commissione Ue, che però non indietreggia. Non solo, è stato previsto il rafforzamento dei poteri sanzionatori con l’introduzione di un insieme di regole che impongono ai 27 Paesi Ue di cooperare nelle investigazioni transfrontaliere su questo genere di reati.Che la situazione rischi di sfuggire di mano se ne sono accorti, nonostante tutto, ai Monopoli di Stato. Se per un verso vi è qualche dirigente che accusa la stampa di sollevare inutili polveroni intorno al mondo delle scommesse, per l’altro vi sono uffici molto attenti al proliferare dei casinò online. Tanto che la "black list" dei siti internet non autorizzati a ricevere giocate viene continuamente aggiornata. Quelli "oscurati" sono già 4.324. Alcuni, però, hanno ripreso ad essere perfettamente accessibili, consentendo scommesse totalmente esentasse, sia per i gestori che per i giocatori.I primi ad accorgersene sono i boss delle mafie, che stanno trasferendo all’estero ingenti capitali. In Olanda, ad esempio, il centro interuniversitario Transcrime ha monitorato investimenti dei clan di camorra La Torre, Polverino, Gionta, Gallo, Sarno, Di Lauro, l’Alleanza di Secondigliano e gli Scissionisti. In Canada, invece, sono le famiglie calabresi a fare dollari sui tavoli verdi, sia reali che virtuali, soprattutto a Toronto. I pugliesi della Sacra corona unita hanno ripreso a riciclare attraverso il «gioco legale». Il clan Prudentrino è sospettato di reinvestire i proventi dei centri scommesse "legali" gestiti da prestanomi della cosca, avviando almeno tre societa per il gioco a scommesse, compreso quello via internet, in Albania. Se non fosse arrivata una operazione delle polizie europee, a Tirana sarebbe sorto un villaggio turistico con annesso casinò.
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