venerdì 12 febbraio 2021
Nomi politici (15) e tecnici (8). Tra le novità il fisico Cingolani alla Transizione ecologica, Cartabia (Giustizia), Franco (Economia), Colao (Innovazione), Giovannini (Trasporti). Resta Lamorgese
Il presidente Mattarella con Mario Draghi

Il presidente Mattarella con Mario Draghi - ufficio stampa Quirinale

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Un governo più politico che tecnico, almeno nei numeri, con 15 nomi espressi dai partiti e 8 presi dall'università, dalla ricerca e tra manager e alti funzionari pubblici. Sono numerose le novità nella formazione annunciata dall'ormai presidente del Consiglio in carica Mario Draghi, che è giunto al Quirinale alle 19 in punto ed è uscito dopo un colloquio di una mezz'ora con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Le novità toccano i profili scelti, ma anche i ministeri (il Turismo viene scorporato dalla Cultura e diventa con portafogli, vedendo evidentemente riconosciuta la sua centralità per il rilancio del Paese, nel momento in cui il settore è flagellato dalla crisi). Nel ruolo di guida del neonato ministero per la Transizione ecologica (fortemente voluto dal M5s) arriva il fisico Roberto Cingolani, Chief Technology e Innovation Officer di Leonardo (tecnologie di difesa) ed ex direttore scientifico dell'Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova. Inoltre sono della partita il manager (ex Vodafone) Vittorio Colao, al quale è stata affidata la coppia Innovazione tecnologica e Transizione digitale, il docente universitario ed ex assessore regionale dell'Emilia Romagna Patrizio Bianchi, all'Istruzione e Cristina Messa, già rettrice dell'Università Milano Bicocca e ricercatrice al San Raffaele di Milano per l'Univeristà e la Ricerca. Confermate le indiscrezioni della vigilia, che volevano l'ex presidente della Consulta Marta Cartabia alla Giustizia e il tecnico di Bankitalia Daniele Franco all'Economia. Sottosegretario alla presidenza del Consiglio sarà nominato, durante il primo consiglio dei ministri, Roberto Garofoli giudice del Consiglio di Stato ed ex segretario generale di Palazzo Chigi.

Molte le conferme sia tra i tecnici che tra i politici. E non solo provenienti dal Conte II. Tra i civil servants, infatti, torna al governo Enrico Giovannini, già ministro del Lavoro con Letta, che ottiene le Infrastrutture e Trasporti. Continuità diretta invece agli Interni, dove resta Luciana Lamorgese. Così come, per i politci, agli Affari Esteri, che restano a Luigi Di Maio (M5s). Confermati anche Roberto Speranza (Leu) alla Salute, Lorenzo Guerini (Pd), alla Difesa, Elena Bonetti (Iv) alle Pari opportunità e Famiglia, Federico D'Incà (M5s) ai Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini (Pd) al ministero della Cultura, dal quale viene scorporato il Turismo, la cui attività saranno coordinate dal ministro, per ora senza portafogli, Massimo Garavaglia (Lega). Restano anche, ma cambiano incarico, i pentastellati Stefano Patuanelli (dallo Sviluppo economico all'Agricoltura) e Fabiana Dadone (dalla Pubblica Aministrazione alle Politiche giovanili). Non sono state per ora affidate le deleghe allo Sport e al cruciale compito della Politiche Europee, campo nel quale il presidente del Consiglio giocherà sicuramente un ruolo di primo piano.

Un rientro nella stessa casella già occupata anni fa, anche per un esponente dell'opposizione, il forzista Renato Brunetta, che torna a Palazzo Vidoni, sede della Pubblica amministrazione. Sono già state al governo anche le altre due berlusconiane della squadra, Mara Carfagna (che va al Sud e Coesione territoriale) e Mariastella Gelmini (Affari Regionali e Autonomie). Anche la leghista Erika Stefani ora al ministero per le Disabilità, sollecitato da Matteo Salvini, era stata agli Affari regionali nel Conte I. Il Pd e la Lega piazzano i loro numeri due: il vicesegretario dem Andrea Orlando va al Lavoro, il numero due del Carroccio Giancarlo Giorgetti allo Sviluppo economico.

In totale, come detto, i ministeri politici sono 15. La maggior parte (4) sono andati al M5s. Tre ciascuno a Pd, Lega e Forza Italia. Uno a Iv e Leu. Otto sono le donne e 15 gli uomini.

Il nuovo esecutivo giurerà sabato a mezzogiorno al Quirinale davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dopo questo atto, che darà il via formale al nuovo esecutivo, avverrà la tradizionale cerimonia della campanella per sancire il passaggio di consegne tra il presidente del Consiglio uscente Giuseppe Conte e Draghi. Si terrà, poi, il primo consiglio dei ministri.

Ecco tutti i nomi della compagni di governo:

Ministri senza portafoglio: Federico D'Incà (Rapporti con il Parlamento), Vittorio Colao (Innovazione Tecnologica e Transizione digitale), Renato Brunetta (Pubblica amministrazione), Mariastella Gelmini (Affari generali eAutonomia), Mara Carfagna (Sud e Coesione territoriale), Fabiana Dadone (Politiche giovanili), Elena Bonetti (Pari oppertunità e Famiglia), Erika Stefani (Disabilità), Massimo Garavaglia (Coordinamento nel ministro con portafolgi del Turismo)

Ministri con portafoglio: Luigi Di Maio (Affari esteri, Luciana Lamorgese (Interni), Marta Cartabia (Giustizia), Lorenzo Guerini (Difesa), Roberto Speranza (Salute), Daniele Franco (Economia), Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico), Stefano Patuanelli (Agricoltura), Roberto Cingolani (Transizione ecologica), Andrea Orlando (Lavoro), Patrizio Bianchi (Istruzione), Cristina Messa (Università e ricerca), Dario Franceschini (Cultura), Enrico Giovannini (Trasporti e Infrastrutture). Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli.


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