sabato 22 febbraio 2020
Valentina Cuppi eletta presidente del partito. La sindaca di Marzabotto votata all'unanimità, un solo astenuto
Il segretario del Pd Nicola Zingaretti con la neo eletta presidente del partito Valentina Cuppi

Il segretario del Pd Nicola Zingaretti con la neo eletta presidente del partito Valentina Cuppi - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

L'assemblea del Pd ha eletto all'unanimità, con un astenuto, Valentina Cuppi, sindaca di Marzabotto, presidente del partito. «Per la prima volta - ha commentato il segretario dem Nicola Zingaretti - tutto l'ufficio di presidenza del Pd è composto da donne, amministratrici e deputate». «Sono molto emozionata. Ringrazio il segretario per la fiducia. Potete immaginare il mio stupore quando ho visto il mio nome. Questo stupore rappresenta il coraggio. È la riaffermazione che la politica non è qualcosa di avulso dalla vita delle persone, qualcosa di cui i cittadini debbano diffidare. È invece il luogo dell'incontro». Così la neo presidente del partito. «La democrazia non potrà mai essere sostituita da piazze virtuali, il nostro scopo deve essere quello di rendere sempre più capillare la democrazia», ha aggiunto. «Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Uscirne da soli è avarizia, uscirne insieme è buona politica», ha detto la presidente del Pd, citando Don Milani durante l'assemblea nazionale del partito. «C'è una strada differente, molto lontana dalle grida, dalle urla. È la nostra strada, un'altra idea di mondo, per dirla con Berlinguer. È arrivato il tempo di camminare insieme senza pregiudizi. Io non appartenevo al Pd, ma cammino su questa strada. È il tempo di unire, non di dividere. Di allargare, non di restringere». «Sono qui per proporvi una nuova figura che presieda questa assemblea e parli all'Italia e insieme a noi sia un altro strumento per parlare all'Italia. Vi avanzo la proposta di una giovane donna, appassionata di politica, una sindaca, un'amministratrice. Avere una presidente sindaca dopo un segretario presidente di Regione è un segnale di concretezza. Si è avvicinata a noi da poco. È vero, è stato scritto. Ma questo non credo sia un problema, ma un nostro successo. Noi siamo nati per avvicinare le persone. E infine, non lo nascondo, sono contento che in questo tempo dell'odio, scegliamo di scegliere chi ha l'onore du fare il sindaco di Marzabotto. Vi propongo di eleggere Valentina Cuppi nuova presidente del Pd». Così il segretario del Pd all'apertura dei lavori.

Zingaretti: superare i decreti sicurezza
«La frenesia della battaglia politica, le polemiche e gli scontri non devono distrarci dal cuore dei problemi,
dal senso profondo del nostro ruolo e della nostra iniziativa nelle prossime settimane. In molti fuggono da questo naturale obiettivo della politica, noi no, noi guardiamo le persone, non vogliamo fuggire e saremo leali all'articolo 3 della Costituzione" nella parte in cui dice: "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese», ha detto poi Nicola Zingaretti all'assemblea nazionale del Pd. «La destra non è la soluzione, sono i migliori a cavalcare i problemi e i peggiori a risolverli», ha aggiunto Zingaretti. «Facciamo nostra la bellissima esortazione di un grande presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi: l'Italia ce la farà», ha sottolineato il segretario dem. «Superare senza se e senza ma i decreti propaganda di Salvini - ha ribadito Zingaretti -. Basta subalternità. Di sicurezza in quei decreti non c'è nulla, sono creati per la paura. Sono decreti creati per la paura non per la sicurezza. Noi proponiamo che sia questo governo ad approvare dei nuovi decreti che io chiamerei della vivibilità e della sicurezza urbana. Così si svuotano i decreti propaganda. Serve una nostra idea della sicurezza».

Sul taglio dei parlamentari, in segretario dem non condivide «quel referendum e credo sia stato un errore
sottoscriverlo, anche se rispetto chi lo ha fatto, anche nel Pd. Abbiamo votato sì alla riforma non perché convinti, ma perché era nell'accordo di governo, assieme a garanzie di cui tutti ora si devono fare carico. Ma rischia di diventare un referendum sul parlamentarismo, in tempo di populismi».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: