martedì 12 settembre 2023
Intervento di circa 40 minuti della premier e presidente di Fratelli d'Italia, che cita Lucio Battisti
Giorgia Meloni all'assemblea nazionale di Fdi

Giorgia Meloni all'assemblea nazionale di Fdi - Ansa

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Nella sua relazione all'assemblea nazionale di Fratelli d'Italia, la premier Giorgia Meloni ha rivendicato l'orgoglio del partito per quanto fatto finora, ma ora - ha sottolineato - «ci aspettano partite impegnative». La presidente del Consiglio ha rimarcato la necessità di un impegno in vista, soprattutto, delle amministrative e delle Europee. «Abbiamo coraggio, libertà e solidità per affrontare le nuove sfide». È uno dei passaggi della relazione della presidente di Fdi. Meloni ha poi ricordato gli attacchi ricevuti, a inizio legislatura, perché «diamo fastidio»: «In questi mesi si è visto di tutto. Le continue campagne finto scandalistiche, i dossieraggi, le continue richieste di dimissioni di questo o quell'altro. Ogni singolo dirigente è stato passato in rassegna, spesso perfino i semplici simpatizzanti, alla ricerca del niente. Il fango gratuito perfino sui familiari con inchieste durate mesi su amici e parenti, la mia storia personale è stata passata in radiografia praticamente dal giorno in cui sono nata. Alla fine, è stato un boomerang, perché sono riusciti a dimostrare solo che ero esattamente la persona che dicevo di essere. Allora si sono attaccati agli organigrammi di partito, anche qui con racconti surreali, per raccontare il partito chiuso, familistico, asserragliato». La presidente del Consiglio ha poi elencato alcuni provvedimenti fatti dal governo, dai rave al decreto Cutro e difeso le nomine nel partito: «Per esempio Fazzolari cura la comunicazione, e chi doveva curarla per Fdi? Formigli?». «Nulla di quello che è stato fatto lo ha fatto una persona sola. Il nostro non è mai stato uno sport individuale, ma di squadra. È questo il messaggio principale che voglio dare oggi all'assemblea nazionale di FdI. Come in ogni campionato che si rispetti, la partita che si apre è più dura di quella che si ha alle spalle. Ho bisogno di tutta la concentrazione, la lucidità, la responsabilità e l'ambizione - nel senso buono del termine - delle quali siete capaci. Perché se qualcuno dovesse pensare che l'anno passato sia stato difficile, signori, temo che non abbiate visto niente. Il dibattito politico - avverte - sarà ancora più feroce, gli attacchi si moltiplicheranno, le trappole e i tentativi di disarcionarci anche. Per due ragioni: la prima è che questa stagione si chiuderà con le elezioni europee; la seconda è che, legandolo ai prossimi traguardi, noi ci accontentiamo di aver vinto le elezioni. Non stiamo qui goderci gli effimeri soddisfazioni del potere, ma per governare e cambiare le cose che non vanno. C'è il presidente e si chiama Giorgia Meloni e fin quando voi non deciderete di sostituirmi io eserciterò quel ruolo. E io intendo continuare a fare il presidente di Fratelli d'Italia». La congiuntura è «difficile», ma le stime del Pil restano «sopra la media europea« e registriamo «dati record» sull'occupazione. «La manovra con risorse limitate è la vera sfida», puntando in particolare ad aiuti alle famiglie, ai redditi bassi e sulla sanità. «Concentriamoci sulle categorie deboli, le risorse sono quelle che sono. Oggi ereditiamo una situazione nella quale i governi precedenti hanno portato avanti una legge di Bilancio non strutturale, con provvedimenti per il consenso elettorale e non per il Paese». Ma «oltre alla sfida della manovra economica, sarà l'anno delle grandi riforme e del piano Mattei». Sull'immigrazione non sono in campo «soluzioni effimere, ma strutturali e ci riusciremo. Ci vorrà più tempo, ma saranno poi durature». Meloni conclude l'intervento di circa 40 minuti tra gli applausi con la citazione di uno dei più grandi successi di Lucio Battisti, Non sarà un'avventura: «Non sarà un'avventura, non è un fuoco che col vento può morire, ma vivrà quanto il mondo fino a quando gli occhi miei avran luce per guardare gli occhi tuoi...».

La vigilia dell'assemblea

Prima la cena per compattare i gruppi parlamentari di Fratelli d'Italia, poi il vertice di maggioranza per ribadire la necessità di condividere dichiarazioni e interventi sulla legge di Bilancio, infine l'assemblea del partito per serrare i ranghi sul territorio. Giorgia Meloni, al di là dell'agenda internazionale (la premier è reduce dal G20 a nuova Delhi con tappa a Doha, il 14 volerà a Budapest per un vertice sulle demografia e la prossima settimana sarà a New York per l'Assemblea Onu), si ritrova ad affrontare i dossier di settembre con uno sguardo alle prossime tornate elettorali, a partire dalle Europee, e con all'orizzonte un programma da realizzare entro la legislatura. Il 24 è in programma la kermesse del partito per rivendicare, all'Auditorium della Conciliazione, un anno dalla vittoria alle politiche, in quell'occasione ci saranno collegamenti con tutte le piazze di Fdi. All'assemblea di oggi la presidente del Consiglio, nelle vesti di presidente del partito, punta l'attenzione - come si legge all'ordine del giorno - su «prospettive, iniziative, eventi e impegni per la prossima stagione politica». In particolare sugli appuntamenti del 2024: sulle amministrative si è già riunito il primo tavolo della maggioranza, dove è emersa la possibilità di confermare molti uscenti, ma anche la necessità di arrivare a un riequilibrio delle forze in campo, considerato che cinque anni fa Fdi non aveva le percentuali che ha adesso. Ma in Fdi si pensa soprattutto alle Europee, con lo scontro in atto tra Salvini - che ha invitato Marine Le Pen a Pontida - e Forza Italia che ha sottolineato che non c'è spazio per accordi con la leader del Rassemblement national e con Afd. La premier sottolineerà, riferisce un esponente del partito, l'importanza di non dividersi sulla campagna elettorale per poter cambiare anche l'Europa, non solo l'Italia. E lancerà un appello a tutti i dirigenti per impegnarsi sul territorio. Nell'agenda anche l'apertura ai congressi locali, con l'attenzione legata soprattutto a Roma. Sarà, tra l'altro, la "prima" uscita pubblica di Arianna Meloni (ma non dovrebbe intervenire) da quando è stata ufficializzata la sua nomina a capo della segreteria politica del partito. Sullo sfondo c'è anche il tema delle candidature proprio alle Europee. L'ipotesi che la premier si candidi è sempre sul tavolo, ma «è in calo», dice un dirigente di Fdi.


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