sabato 6 novembre 2021
L’assegno unico per figlio potrà partire soltanto da marzo 2022 e non più da gennaio
Polemica sul rinvio. Ma le domande al via da gennaio
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Domande da gennaio 2022 e prime erogazioni da marzo, quindi due mesi dopo il previsto, come anticipato ieri da Avvenire. È la road map con cui dovrebbe entrare a regime l’assegno unico universale. Il decreto attuativo - e anche questa è una conferma - dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri la prossima settimana.

A regime l’assegno verrà sempre erogato da marzo a marzo di ciascun anno. Tecnicamente «non uno slittamento» della misura, sostengono fonti ministeriali nel ribadire che è una scelta legata all’esigenza di permettere alle famiglie di presentare l’Isee dell’anno precedente, su cui si misura l’assegno. Per il 2022, per evitare 2 mesi scoperti, si prorogheranno a gennaio e febbraio 'assegno-ponte', assegni familiari e detrazioni oggi in vigore. L’importo, calcolato sulla base dell’Isee, andrà da un minimo di 50 euro (per i redditi più alti) a circa 180 (per i più bassi) per figlio, con una maggiorazione dal terzo in poi fino ad arrivare a circa 250-260 euro. È quanto dovrebbe essere fissato dal decreto attuativo.

Ci sarà inoltre una maggiorazione se entrambi i genitori lavorano, una premialità voluta dalla ministra della Famiglia Elena Bonetti per spingere il lavoro femminile. Circa la metà delle famiglie italiane dovrebbe avere diritto all’importo massimo, fanno sapere fonti ministeriali, visto che secondo i dati Istat è quella la percentuale con Isee fino a 15mila euro. La decisione di far slittare di due mesi la misura provoca le prime reazioni politiche e sindacali. Fratelli d’Italia la giudica «inaccettabile». E lamenta di aver appreso della decisione dalla stampa, dopo una serie di interrogazioni alle quali «non abbiamo mai avuto alcuna riposta», dichiarano il capogruppo al Senato, Luca Ciriani, e la senatrice Isabella Rauti, responsabile per il partito del dipartimento Pari opportunità, Famiglia e Valori non negoziabili. «Il governo è venuto meno a un impegno preso in Parlamento - incalzano i due - e soprattutto verso migliaia di famiglie italiane che ormai da nove mesi attendono l’entrata in vigore dell’assegno ».

Il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, chiede a Bonetti di convocare le parti sociali per chiarimenti. Il sindacato chiede che nessuno abbia un assegno minore rispetto a oggi, che l’erogazione in busta paga continui, per evitare disguidi, e che l’importo non incida sul reddito di cittadinanza. Infine, di aumentare le risorse per Caf e patronati.

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