mercoledì 10 giugno 2009
I risultati della doppia tornata elettorale aprono il confronto all’interno della maggioranza. Berlusconi: inopportuno sostenerlo. Fini: andrò alle urne. Asse tra Pdl e Lega per «blindare» il secondo turno delle amministrative.
COMMENTA E CONDIVIDI
È ancora mattina quando 'rimbalza' sulle agenzie una nota ufficiale di Pa­lazzo Chigi che sembra un colpo mortale alla consultazione popolare del 21 giugno. «Non appare oggi opportuno un sostegno diretto al referendum», avverte lapidario Berlusconi (che a fine giornata esprimerà poi il suo 'grazie' agli elettori del 6 e 7 giugno con una nota ufficiale). È un annuncio previsto dopo il 'faccia a faccia' nella notte con Bossi e dopo le assicura­zioni del capo della Lega sull’impegno nei ballottaggi. Ma è anche una scelta che a­gita il Pdl e torna ad allontanare il presi­dente del Consiglio e il presidente della Ca­mera. Una manciata di ore più tardi, in­fatti, Gianfranco Fini spiega ai cronisti che la sua posizione non cambia. «Io andrò a votare il referendum. E lo farò convinta­mente », ripete l’inquilino di Montecitorio. I giornalisti lo incalzano: si augura che an­che gli italiani facciano la stessa cosa? «È ovvio», risponde Fini quasi infastidito. Il rischio dell’ennesimo strappo tra Fini e Berlusconi esiste e Ignazio la Russa prova a mediare: «Credo che il Pdl abbia fatto be­ne a non impegnarsi nel­la campagna elettorale... La norma – assicura il mi­nistro della Difesa – è quella di lasciare libertà e l’eccezione sarebbe stato indicare di votare sì op­pure no. Bisogna però di­re di andare a votare per­ché ci sono i ballottaggi, poi sul referendum ognu­no decide per sè». Si prova a superare lo sco­glio referendum e, intan­to, si accavallano i retro­scena sul vertice Berlu­sconi- Lega ad Arcore. U­na cosa è certa: Lega e Pdl faranno campagna elet­torale insieme per cerca­re di portare a casa i due risultati più prestigiosi ai ballottaggi (le province di Torino e di Milano) e « sbaragliare » il centrosi­nistra al Nord. Un accor­do chiuso dopo un’intesa che le agenzie di stampa provano a ricostruire co­sì: «Ti assicuro che ci sarò, ma dobbiamo essere io e te e non altri... » , dice il 'Senatur' al Cavaliere. La sorpresa viene dopo. Sul resto del territorio Bossi non ha, però, escluso possibili alleanze anche con l’Udc. Insomma la quadra Pd- Lega c’è e Paolo Bonaiuti lo sottolinea con soddisfa­zione. «Con la Lega i problemi si risolvono sempre. E gli accordi presi tra il premier ed il leader del Carroccio seguono il filo di u­na intesa salda e forte», ripete il sottose­gretario alla presidenza del Consiglio che ribadisce l’impegno da parte di Berlusco­ni a non sostenere direttamente il refe­rendum, puntando sulle riforme da attua­re in Parlamento, a partire da quelle sul bi­cameralismo e sulla legge elettorale. In serata poi arriva la prima nota ufficiale del premier sul voto. « È un risultato che ci rende orgogliosi, perché con­ferma una volta di più che il nostro governo ha saputo affrontare meglio di altri in Europa la crisi economica. Mentre in al­tri Paesi i governi hanno perso consenso, noi i no­stri consensi li abbiamo confermati e consolidati e la stabilità del governo ne esce rafforzata», ripe­te Berlusconi che spiega ancora: «Il nostro gover­no si è impegnato a non lasciare nessuno solo di fronte alla crisi. Conti­nueremo a farlo, e proce­deremo con passo anco­ra più spedito nell’attua­re le riforme necessarie per ammodernare l’Ita­lia » . Berlusconi « ringra­zia i milioni di donne e di uomini che sabato e do­menica si sono recati ai seggi e hanno conferma­to nelle urne la loro fidu­cia nel Popolo della Li­bertà » e ammette: «So che non era facile farlo dopo una campagna elettorale tesa a colpirmi con tante calunnie». Non basta. Per il premier « con il voto avete confer­mato che il Popolo della Libertà è il primo partito in Italia in tutte e cinque le Circo­scrizioni europee, con un vantaggio più che raddoppiato rispetto ad un anno fa sul maggiore partito d’opposizione. Grazie a questo successo, 29 europarlamentari e­letti nelle liste del Popolo della libertà di­fenderanno gli interessi dell’Italia nel Par­lamento europeo come secondo gruppo del Partito Popolare Europeo, la grande fa­miglia della democrazia e della libertà in Europa».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: