venerdì 22 aprile 2011
Il telefonino e due sim card. È sul cellulare che si concentra in queste ore il lavoro degli investigatori impegnati a far luce sull'omicidio di Melania Rea, la 29enne scomparsa lunedì pomeriggio da Colle San Marco di Ascoli Piceno e trovata morta mercoledì pomeriggio a Ripe di Civitella.
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Il telefonino e due sim card. È sul cellulare che si concentra in queste ore il lavoro degli investigatori impegnati a far luce sull'omicidio di Melania Rea, la donna di 29 anni scomparsa lunedì pomeriggio da Colle San Marco di Ascoli Piceno e trovata uccisa mercoledì pomeriggio a Ripe di Civitella, nel Teramano. Il cellulare aveva ormai la batteria scarica, ma sul corpo della donna è stata trovata anche una seconda sim card che potrebbe fornire elementi utili per ricostruire i suoi ultimi spostamenti. Nel frattempo, emergono particolari inquietanti dall'autopsia effettuata giovedì sul cadavere della donna. Alcune fra le circa 35 coltellate con cui è stato trafitto il suo corpo sarebbero state inferte, infatti, post mortem. Un particolare che rende ancor più raccapricciante il delitto e fa pensare che l'omicida fosse spinto da una furia cieca. D'altra parte, come aveva già fatto notare il medico legale Adriano Tagliabracci, i colpi - che hanno raggiunto soprattutto il tronco e il collo - fanno propendere per un delitto d'impeto, non premeditato. Dalla cerchia familiare della donna gli investigatori stanno cercando di assumere più informazioni possibili, in primo luogo dal marito, Salvatore Parolisi, che è stato l'ultimo a vedere la donna viva. Carmela si era allontanata dal parco giochi dove la famigliola si era fermata perché aveva necessità di andare in bagno; aveva scartato quelli pubblici, perchè li aveva trovati sporchi, e si era diretta quindi verso un chiosco bar. È lungo questo tragitto che è stata come inghiottita nel nulla. IL MOVENTE CHE NON C'ÈMancano il movente e l'assassino, ma cominciano ad affiorare elementi importanti al vaglio delle Procure di Teramo e Ascoli Piceno che indagano sull'omicidio. Si parte da tre certezze: 35 coltellate inferte con furia; un procedimento aperto contro ignoti per omicidio; un unico testimone della scomparsa, il marito. Salvatore Parolisi, caporalmaggiore e istruttore presso il 235/o reggimento Piceno, non riesce a parlare; gli è toccato compiere il rito del riconoscimento ufficiale della salma prima che cominciasse l'autopsia. L'esame ha poi stabilito il numero delle coltellate «inferte con impeto, senza premeditazione», dirà l'anatomopatologo, nel periodo di tempo tra le 24 del 18 aprile e le 3 del 19. Quindi, 9-12 ore dopo la denuncia della scomparsa.Il delitto sarebbe stato commesso in un luogo diverso da quello in cui è stato trovato il corpo, un'area picnic in un bosco di Ripa di Civitella del Tronto, vicino a un'area di esercitazione militare, a 18 chilometri dal pianale di Colle San Marco, vicino ad Ascoli Piceno dove la coppia, con la figlia di 18 mesi, era andata lunedì per una scampagnata. Al posto di Salvatore - che oggi ha portato con sé una scatoletta con su scritto «I love you», contenente alcuni oggetti cari alla coppia e che a febbraio avrebbe dovuto trasferirsi a Sabaudia - parlano il fratello, Rocco, il cognato, Michele Rea, arrivati da Somma Vesuviana e Frattamaggiore (Napoli), i paesi d'origine di Salvatore e Carmela. Tutti ripetono la stessa cosa: era una famiglia felice. Vivevano alla periferia di Folignano (Ascoli Piceno). «Poco dopo essere arrivati - racconta Rocco, riferendo la versione del fratello - Carmela ha detto che doveva andare al bagno; Salvatore voleva accompagnarla, ma siccome la bambina non voleva scendere dall'altalena, non l'ha seguita, chiedendole di portargli un caffé dal chiosco. Dopo 20 minuti, non vedendola tornare, ha dato l'allarme». Questa la ricostruzione, che combacia, nella parte della famigliola vista vicino all'altalena, con quella dei titolari del chiosco. «Mia sorella - ripete Michele - non si sarebbe mai allontanata da sola. Di ipotesi ne abbiamo fatte. È una cosa stranissima quella che è accaduta, e non ce la spieghiamo». Se Carmela è stata rapita, certamente dovevano essere almeno in due perché - dice il cognato - era alta e atletica».Può darsi che la donna sia stata narcotizzata, almeno a giudicare dalla siringa, ancora con un po' di liquido, trovatale infissa in un seno. La sostanza sarà esaminata, così come il taglio sulla coscia destra, somigliante a una svastica. Quest'ultimo ha indotto il Gruppo antinazista EveryOne, a ipotizzare un orrido culto nostalgico, ricordando che il giorno di ritrovamento del corpo era il 20 aprile, anniversario della nascita di Hitler. Ipotesi fantasiosa, una delle tante prese in considerazione. Colpisce anche la coincidenza che Carmela Rea sia scomparsa vicino dal Bosco dell'Impero dove il 5 gennaio scorso fu rinvenuto il cadavere mutilato di Rossella Goffo, la funzionaria della Prefettura di Ancona scomparsa il 4 maggio 2010, bruna e con i capelli lunghi come Carmela-Melania. Per questo delitto c'é un indagato per omicidio: l' operatore della questura di Ascoli ora distaccato a Teramo, Alvaro Binni, che, però si proclama innocente. Quel fatto sconvolse la tranquilla città marchigiana, proprio come questo, tanto da indurre il sindaco, Guido Castelli, a rivolgere oggi un appello: «Ascoli è una città meravigliosa e tranquilla. Non dobbiamo consentire alla paura di avere il sopravvento». Troppo presto per parlare di serial killer. L'impeto delle coltellate farebbe pensare a un gesto passionale: «Carmela era bella, troppo bella - dicono le sue vicine di casa - sembrava un'attrice». Sul suo corpo, comunque, non è stato trovato alcun segno di violenza sessuale.Sono «ore dolorose» per Salvatore Parolisi, sottufficiale dell'esercito in servizio ad Ascoli Piceno, dopo la scomparsa della moglie Melania Rea, 29 anni, allontanatasi da lui e dalla figlioletta di un anno e mezzo il 18 aprile sul pianoro del Colle San Marco e trovata uccisa a colpi di coltello due giorni dopo nei boschi del Teramano. A parlare è il fratello maggiore Rocco, che oggi lo haaccompagnato in un sopralluogo con gli inquirenti e gli Investigatori sul posto. «Lui è devastato, distrutto dal dolore - racconta Rocco, poliziotto -. Continua a pensare che avrebbe potuto accompagnarla», quando lei si è allontanata per andare in bagno. A sostenere Salvatore in queste ore, oltre al fratello maggiore, ci sono sorelle e cugini, oltre al fratello di Melania, Michele Rea, giunti da Somma Vesuviana, il luogo di origine di tutta la famiglia. Si trova a Somma Vesuviana ora anche la figlioletta di 18 mesi di Salvatore e Melania, partita con i nonni materni. Secondo Rocco, i funerali della giovane donna potrebbero tenersi nei primi giorni della prossimasettimana, forse martedì.
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